Affetta dalla Sla, rischia di tornare a casa

Nel 2006 ad Agata Maugeri, una catanese di 53 anni, venne diagnosticata la sclerosi laterale amiotrofica, meglio nota come sla, malattia degenerativa e progressiva del sistema nervoso. Sino ad un decina di mesi fa la donna è stata amorevolmente assistita dalla famiglia, il marito Nunzio La Greca e i figli Enza, Lucia e Davide, nella sua abitazione sita nella zona di Barriera.
Poi, quando la malattia ha cominciato a procurarle maggiori disagi, i familiari si sono adoperati per trovare una struttura adeguata.
La figlia Lucia, dopo tanto peregrinare, una decina di mesi fa è riuscita ad individuare a Viagrande una residenza sanitaria assistita in grado di potere ospitare la donna affetta dalla grave patologia. «Abbiamo dovuto girare parecchio – dice Lucia La Greca – prima di trovare una struttura adeguata, dove mia madre riceve un’assistenza impeccabile, idonea per questo tipo di malattia. Adesso, purtroppo, ci è stato spiegato che, secondo quanto disposto da un decreto della Regione, mia madre potrà permanere in questa residenza sanitaria assistita al massimo un anno; successivamente, sarà la nostra famiglia a doversi fare carico delle spese che, per un paziente nelle condizioni di mia madre, ammontano a circa cento euro al giorno».
«E per nostra madre – aggiunge – saremmo pronti a farlo ma, purtroppo, per noi si tratta di una somma impossibile da reperire. Mio padre lavora soltanto in maniera saltuaria e noi figli non disponiamo di certo delle risorse sufficienti per affrontare una degenza a pagamento. Intanto, la scadenza del periodo coperto dalla sanità pubblica e non riusciamo a trovare soluzioni di sorta. Teoricamente – precisa la figlia Lucia – dovremmo riportare nostra madre a casa, dove però non è assolutamente ipotizzabile, nemmeno lontanamente, l’assistenza che sin qui è stata garantita dalla struttura di Viagrande, alla quale siamo grati per quanto fatto sin qui e quanto, ci auguriamo, possa fare anche più avanti».
Accorato, dunque, l’appello di Lucia La Greca affinchè la madre possa continuare a ricevere l’assistenza, innanzitutto di carattere sanitario, della quale necessita. «Siamo con le spalle al muro e non sappiamo davvero a quale santo votarci – conclude Lucia La Greca – per evitare ulteriori sofferenze a nostra madre, le cui condizioni non sono di certo compatibili con un ricovero tra le pareti domestiche».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.