TAORMINA. Una passerella variopinta, senza eccessi e senza ostentazioni. Ieri sera il concerto di Boy George a Taormina ha richiamato al Teatro Antico quasi 2.000 nostalgici degli anni Ottanta. Quella fetta di Sicilia che scoprì le discoteche e la vita notturna proprio sulle note di Karma Chameleon o Do You really whant to hurt me, ieri sera riproposte in una scaletta aperta da Nobody knows the trouble I have seen, come in una sorta di confessione. In prima fila quelli che allora erano i rampolli della Sicilia bene, accanto a loro una parte dei trasgressivi di un tempo, quelli con l’orecchino a destra, i gay che trent’anni fa si rifugiavano al Perroquet e di cui l’ex leader dei Culture Club ne diventò un’icona. Boy George è arrivato a Taormina nel primo pomeriggio, proveniente da Viagrande, dove alloggiava. Una breve passeggiata sul corso principale e poi una visita al teatro illuminato dal sole del tramonto. Un giro sul palco e poi tra le gradinate. Quando lo abbiamo avvicinato trasudava emozione e ci ha confessato: «Questo luogo è straordinario, mi ha stregato. Ne sono così ammaliato che ne trarrò ispirazione, non escludo che proprio da Taormina possa nascere una canzone». Boy George si è presentato al pubblico in sneaker grigie e completo nero, che snellisce quella silhouette appesantita dall’età e della vita dissoluta. Sul volto il classico mascherone bianco e rossetto, in testa un cilindro viola dal quale ha estratto tutti i suoi successi davanti al pubblico in visibilio.