Premio letterario Regionale “Città di Viagrande” – anno 2011
Valentina Pattavina, scrittrice catanese e figlia d’arte (ma ci tiene a far sapere che si è fatta strada da sola), con il romanzo «La Libraia di Orvieto», ha vinto la terza edizione del premio letterario regionale «Città di Viagrande» riservato ad autori siciliani. Ha affrontato mille peripezie per essere presente nella suggestiva loggia di piazza S. Mauro, sede della premiazione, ed è giunta proprio in zona Cesarini per ricevere dalle mani del sindaco, Vera Cavallaro, l’ambìto premio. Al secondo posto Luisa Trenta Mussi, agrigentina di Ravanusa, con il romanzo «L’Impronta», e al terzo la scrittrice palermitana Maria Tronca, con il romanzo «Rosanero». Difficile il lavoro della giuria popolare che ha preselezionato le 55 opere e ancor più arduo il compito del comitato tecnico scientifico composto dalla prof.ssa Margherita Verderame, dai prof. Nicolò Mineo e Antonio Di Grado, professore emerito e ordinario di letteratura italiana nella facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Catania. La cerimonia è stata coordinata e condotta dalla dott.ssa Caterina Muscuso, direttore tecnico organizzato e ideatrice del premio sin da quando era assessore alla Cultura, che ha ricevuto i complimenti del sindaco Cavallaro («è un premio che ha già spiccato il volo») e dell’ospite d’onore della serata, il senatore Pino Firrarello. (Nella foto, la vincitrice del premio, Valentina Pattavina, tra il sindaco Vera Cavallaro e l’ideatrice del premio, Caterina Muscuso).
Dal quotidiano “La Sicilia”, Paolo Licciardello, 26 luglio 2011
La Giuria popolare è composta dal Sindaco del Comune di Viagrande, Dott.ssa Venera Cavallaro nella qualità di presidente onorario e dai seguenti cinque professionisti :
Prof.ssa Aurora Monaco, docente in lingua e letteratura straniera
Dr. Alfio Patti, giornalista, scrittore
Dr. Mario Azzolini, giornalista
Dr.ssa Eleonora Lombardo, giornalista, scrittrice
Prof. Dario Consoli, docente in materie letterarie
Il Comitato tecnico- scientifico è così formato:
Prof.ssa Rita Verderame, docente, Università degli Studi di Catania
Prof. Niccolò Mineo, docente, Università degli Studi di Catania
Prof. Antonio Di Grado, docente, Università degli Studi di Catania
Prima classificata:
Valentina Pattavina, “La libraia di Orvieto“, editore Fanucci
Il romanzo di Valentina Pattavina si impone per l’originalità della trama, l’accuratezza non artificiosa dello stile, il rilievo dei personaggi, la seducente impostazione paesaggistica e ambientale, enfatizzata dalla ricostruzione accurata e convincente delle atmosfere della provincia italiana.
La scrittrice mostra non comune capacità nella gestione dell’intreccio e grande sicurezza nell’applicare le procedure della detection, tessendo il disegno di un arazzo variegato dove la protagonista, il coro dei personaggi e delle figure di contorno e l’ambiente agiscono sinergicamente, arricchendosi vicendevolmente di sfumature, dettagli, scoperte e rivelazioni.
Romanzo declinato al femminile, dichiaratamente e marcatamente metaletterario, commedia umana noire venata di umoristiche gradazioni, La libraia di Orvieto scandisce le tappe di una ricerca intimistica e personale, ricollocando al contempo i tasselli di un fatto esterno, lontano, dimenticato e oscuro, fino all'”esodo” giocato sulle melodie di un romantico e pacificante “chiaro di luna“.
Vivace, avvincente, traboccante di memorie e ricordi ma senza leziosi compiacimenti, questa storia espone i contrassegni di una sicura ispirazione tradotta in una prosa colta ma gradevolmente “media“, senza eccessi linguistici e aliena da banali ricercatezze.
La libraia di Orvieto è la prova matura di una scrittrice esordiente.
Seconda Classificata:
Luisa Trenta Musso, “L’impronta“. Ed. Albatros
La quotidianità che Luisa Trenta Musso descrive è quella di tante famiglie, dove l’amore spesso si coniuga con l’insofferenza, con il fastidio per l’intrusione nella propria sfera privata anche da parte delle persone più care, e tuttavia vi emerge anche l’incapacità al distacco, a una crescita che comporta mutilazioni affettive, recisioni delle proprie radici.
Tale è la vita di Giovanni, intelligente e moderno professore di un liceo di Palermo, protagonista dell’ Impronta. Ordinarietà quotidiana e disagio esistenziale costituiscono la cifra di questo romanzo, che scava e analizza i sentimenti umani, fra cui domina totalizzante l’amore per la madre. La narrazione, a volte lenta a volte volutamente rapida, descrive dall’interno due personaggi archetipici, la madre dominante e il figlio perduto in un dilemma di accettazione-rifiuto di un sentimento esasperatamente vissuto anche dopo la morte della madre, che alla fine lo consegna al lettore come la vittima sacrificale.
Ma Luisa Trenta Musso con la leggerezza e la profondità della sua scrittura ci consegna un’altra vittima sacrificale: la madre, perduta nel cieco amore per il figlio, per cui ha rinunziato a tutto e che aspetta un riscontro d’amore e di dedizione totale. Sentimenti contraddittori e gravosi che attraversano la vita dei due personaggi, ma anche degli esseri reali, di noi oggi.
Terza Classificata:
Maria Tronca, “Rosanero“. Ed. La Tartaruga
Cos’accade se un boss mafioso trucidato rivive nel corpo d’una bambina? E potranno convivere, in quell’inedito connubio, brutalità e candore, tenerezza e ferocia? Da questa ipotesi azzardata e geniale prende le mosse l’intreccio mosso e pieno di sorprese di Rosanero: un titolo che allude sì a quell’esplosiva miscela di torbido noir e di romanzo dei sentimenti (infantili, per di più, e femminili), ma anche ai colori calcistici di una città, Palermo, che assurge al ruolo di protagonista al pari della creatura dalle due anime, una delle quali finirà col vincere.
Un romanzo originale e potente, che merita attenzione e consenso.