Paternò. Non ce l’ha fatta la 22enne ricoverata da domenica scorsa. Ancora giallo sulle cause del malessere e del decesso.
Il suo cuore ha smesso di lottare la notte tra venerdì e sabato scorsi. Ricoverata fin dal suo arrivo in stato comatoso, nel reparto di Rianimazione dell’ospedale “Garibaldi“, di Nesima, a Catania, dopo cinque giorni di agonia si è spenta la ventiduenne argentina, Vanessa Lucy Torrisi, arrivata in fin di vita in ospedale domenica scorsa.
Una storia contorta e complicata quella che l’ha vista protagonista. Portata in prima battuta al pronto soccorso dell’ospedale “SS. Salvatore” di Paternò, praticamente già priva di sensi, dopo i primi accertamenti sanitari nel tentativo di capire che cosa potesse essere successo, visto l’aggravarsi del suo stato di salute per lei è stato disposto un immediato trasferimento al reparto di Rianimazione a Catania. Un trasferimento disposto con la diagnosi di una necrosi muscolare nella zona sacro-lombare, probabilmente provocata, come ha poi raccontato la sorella della ragazza, da una caduta avvenuta in casa una settimana prima.
Necrosi che avrebbe determinato una setticemia interna e, quindi, il come e, successivamente, il decesso. Ma non è tutto perché, dopo gli accertamenti effettuati a Catania, i medici hanno anche ipotizzato una immunodeficienza dell’organismo della giovane straniera che non le avrebbe permesso di reagire, rispondendo alle cure dei sanitari che hanno tentato di strapparla alla morte.
Come detto, però, tutto resta fin troppo misterioso tanto che sul caso è stata aperta un’indagine e la salma trattenuto per un successivo esame autoptico.
La ragazza, residente a Viagrande, da qualche giorno si trovava a Belpasso, ospite della sorella, mentre i genitori sono in Argentina per lavoro. Domenica scorsa all’alba era stata accompagnata in ospedale, a Paternò, da una vicina che aveva sentito i suoi lamenti. Ma qui la ragazza era giunta già in stato comatoso e le successive cure dei medici non sono servite a salvarle la vita.