Viagrande, Luglio 2011
Ho letto su “La Sicilia” di qualche giorno fa, ed ho ascoltato in paese le voci di protesta per la chiusura, sembrerebbe per lungo tempo, della Villa Comunale. Ho anche saputo, e lo disapprovo, che sono stati esposti manifesti che invitano il Sindaco, reo di aver fatto nulla, o comunque ben poco, di “andare a casa”. Tema ricorrente nella politica, specie italiana, a qualunque livello. Le opposizioni al Governo Nazionale da tempo recitano il solito, ed ormai stucchevole, ritornello: “Berlusconi a casa”. Il tutto senza renderci conto che, probabilmente, il continuo ed incessante attacco, più che indebolire, rafforza Berlusconi, a prescindere dai suoi meriti o dalle sue colpe. Mi rendo conto che la Villa, ampliata e migliorata dalla amministrazione da me presieduta negli anni dal 1985 al 1990, rappresenta il fiore all’occhiello, ed è il caso di dirlo, del paese, e che è sempre stata meta di giovani coppie di sposi, per la classica foto, di “forestieri” e della gente del luogo, giovani e meno giovani, che amano la natura, che effettuano la consueta “passeggiata” tra i viali alberati, o che accompagnano i nipotini ai giochi installati all’interno della Villa, attualmente migliorati dalla Amministrazione in carica. Tuttavia mentre la parte della Villa ampliata, e che comprende un antico palmento, dove si svolge la Sagra dell’Uva, da me istituita anni fa, e un’antica cantina, ove spesso vengono esposti quadri o altre opere antiche, fu realizzata con lavori eseguiti a regola d’arte, sotto il controllo dell’allora Assessore al Verde Pubblico Matteo Guliti, il primo tratto della Villa, realizzato dall’amministrazione di Nino Sapienza, ha indiscutibile necessità di lavori di restauro e miglioramento. Ed è evidente che ciò non può essere fatto senza provocare qualche disagio ai cittadini. E’ altrettanto evidente che il Sindaco non può avere colpa anche di questo. Ci sono altre cose delle quali potrebbe essere considerato responsabile, quali la mancanza di progettualità, con la conseguente inesistenza di adeguate opere pubbliche, ma non può essere colpevolizzato per i lavori alla Villa Comunale. Anzi. E’ un bene che tali lavori vengano eseguiti ed è merito del Sindaco quello di averli programmati, sia pure con i cantieri di lavoro, e con i lunghi tempi previsti ma, si sa, ognuno fa quello che può. Certo una parte della Villa, quella realizzata dalla amministrazione da me presieduta, potrebbe essere resa utilizzabile, e credo che ciò sia intenzione del Sindaco. Il tutto, ovviamente, nei consueti, non brevi, tempi a cui ci ha abituato questa amministrazione comunale. In ogni caso, parlando di Villa Comunale, non può che ripetersi un vecchio proverbio della sapienza popolare: “Se son rose, fioriranno”.
Avv. Francesco Corsaro Boccadifuoco