Una commissione medica stabilirà se l’uomo in coma da 13 mesi è trasportabile.
Sarà un giorno importante, oggi, per la battaglia che la signora Irene Sampognaro sta conducendo per suo marito, l’arch. Giuseppe Marletta, 42 anni, da 13 mesi in coma persistente dopo un banale intervento chirurgico.
L’obiettivo che Irene persegue con determinazione è quello che il suo Giuseppe abbia le cure migliori per riaffacciarsi alla vita. Per questo la signora Marletta chiede che possa essere curato dal neuroendocrinologo russo-israeliano Vitali Vassiliev autore del “metodo degli adrenogrammi” che realizza il recupero naturale, la «biocorrezione», come viene chiamata, delle alterazioni del funzionamento del sistema nervoso.
Il prof. Vassiliev però, ormai anziano, non si muove dal suo Paese anche se è disponibile a tentare la sua cura per l’arch. Marletta. Dunque, è necessario che l’uomo raggiunga Israele. Per questo stamattina, una commissione medica composta da un neurologo, un cardiologo e un rianimatore si recherà nella Rsa di Viagrande dove Giuseppe è ricoverato per verificare se i parametri vitali permettono un suo trasporto fino allo Stato ebraico. Trasporto che potrebbe avvenire con un volo umanitario o con un volo di linea «barellato». «Ho incontrato nei giorni scorsi a Palermo la dirigente dell’assessorato dott. Mulè – racconta la signora Sampognaro – presente anche il direttore generale della Asp catanese Calaciura. Ho ripetuto che il prof. Vassiliev è disponibile ma chiede una sorta di certificazione perchè non può prendersi la responsabilità dei rischi derivanti dal viaggio. Giuseppe respira autonomamente, ma è necessario verificare altri parametri.
Per questo domattina sarà presa una decisione. Io come sempre sarò accanto a mio marito anche se ci permetteranno di arrivare in Israele. E’ l’unica speranza per riportare Giuseppe a quella vita che gli è stata strappata tredici mesi fa».