Vorrei avanzare una richiesta o più modestamente rivolgere un invito ai signori politici e giornalisti affinché non facciano più uso della metafora “staccare la spina” per significare la risoluzione del rapporto di fiducia, ai vari livelli, tra un’assemblea di rappresentanti del popolo e un organo esecutivo, ad esempio, al massimo livello, tra Parlamento e Governo. Trovo inopportuno il continuo uso di questa metafora. L’espressione “staccare la spina” indica l’arrestare il funzionamento di un apparecchio elettrico scollegandolo dalla rete di alimentazione, per traslato indica l’interrompere un’attività faticosa per riposarsi un po’. Ma indica anche la cessazione della vita di un uomo, mantenuta artificialmente da una macchina, quando questa viene fermata: un atto che ripugna alla coscienza di alcuni, provoca sempre dolore e turbamento in tutti coloro che vi sono coinvolti. In segno di rispetto sarebbe dunque opportuno evitare di servirsi di questa metafora in ambito politico per indicare la fine, prossima o auspicata, di un esecutivo ritenuto, ad esempio, ormai incapace di svolgere le proprie funzioni. D’altra parte esistono altre metafore che possono essere appropriatamente usate, come “mandare a casa”, “rompere le righe”, “fare fagotto”…