DATI ISTAT A TRE ANNI DALLA LEGGE BRUNETTA.
E poi, diranno i supercritici, vedi se Brunetta non aveva ragione. Una rilevazione statistica, realizzata dal Ministero per la Pubblica Amministrazione e l’Innovazione in collaborazione con l’Istat ha confermato che la Legge n. 133/2008 tanto discussa «ha ridotto in misura significativa i giorni di assenza per malattia un po’ ovunque in Italia – dice una nota – modificando strutturalmente i comportamenti dei dipendenti pubblici, favorendo una condotta di maggiore responsabilità, ispirata a principi di correttezza professionale e riconoscimento del merito. E allineando i tassi di assenteismo del settore pubblico a quelli del privato».
E un calo si osserva anche negli uffici degli Enti pubblici catanesi anche se non siamo certo ai primi posti nelle classifiche italiane. Al Comune di Catania, la differenza fra le assenze per malattie registrata nell’aprile del 2010 rispetto all’aprile di quest’anno è del -5,3%. Ma fra i Comuni più virtuosi c’è Adrano (-60% di assenze), S. Maria di Licodia (-52,6%), Viagrande (-44.8%), Caltagirone (-40,5%), Trecastagni (-39,1%), Palagonia (-25,5), Ramacca (-24,8%), Vizzini (-22,/%), Nicolosi (-13,9%), Pedara (-9,2%), Gravina (-7,7%), Tremestieri (-6,2%).
Dopo il Comune di Catania, però, cominciano i segni «più». Vale a dire che l’indagine svela che, in alcuni Enti, la percentuale di assenze per malattia, in un anno è aumentata, con buona pace del ministro Brunetta. Dove? Nell’ordine: Acireale (0,9%); Misterbianco (1,3%), Mineo (2%), Mascalucia (9,6%), Provincia regionale (12,2%); Riposto (16,3%), Mirabella Imbaccari (19%), Aci Sant’Antonio (27,7%). Fino a concludere, almeno per quanto riguarda la provincia catanese, con il Comune di Aci Catena dove la variazione fra le assenze aprile 2010/aprile 2011 registra un aumento del 56,1%.
Dati da capire meglio, sicuramente, ma sui quali riflettere.