Pantano: «Sogno la Serie A con la casacca rossazzurra»

«Ho cominciato a Viagrande, poi arrivarono gli osservatori biancocelesti…».

Nella vita diventa stimolante quando un giovane si prefigge una… meta.
Non parliamo di rugby, bensì di calcio: il giovane promettente Giordano Pantano, diciannovenne, catanese doc, sta crescendo professionalmente nella Lazio. Proprio giorni fa è riuscito, insieme con i biancocelesti, a vincere il prestigioso torneo di Ostuni, superando in finale 2-1 il Parma.
Ancora, Giordano, però è sotto pressione: il 4 giugno, in campo neutro a Pistoia, giocherà gli Ottavi dello scudetto Primavera contro il Genoa.
Raggiunto telefonicamente, il terzino ricorda come ha cominciato e non nega la nostalgia di Catania.
«A cinque anni ho esordito nella categoria Primi calci, poi l’esperienza con l’Aurora Viagrande, che mi ha fatto crescere dentro e fuori dal campo. Un plauso ai tecnici che mi hanno seguito nelle varie categorie: Orazio Franceschini, Saro Picone, Vito Iuculano e Scapellato. Nel 2009 a credere ancor più in me è stato l’allenatore Maurizio Romeo che mi ha lanciato in Eccellenza».
Quando si è concretato il sogno?
«In effetti, io ho sempre sognato, anni fa in Sicilia ho assistito alle qualificazioni della Nazionale italiana Under 17 e osservavo quei giovani. Ho detto: chissà se un giorno ci riuscirò…
Due anni fa degli osservatori della Lazio sbarcarono a Viagrande per vedere all’opera tre giovani, uno di questi ero io. Fui l’unico scelto, potete comprendere la gioia».
Che terzino è, Pantano?
«Vecchia maniera, il mio idolo è Maicon, ma ancora sono ben lontano dal brasiliano anche se un po’ più giovane».
Ha subito legato con i nuovi compagni?
«Certamente, ma quel che più conta è lo splendido rapporto che ho con il tecnico Alberto Bollini».
Le partite più significative della stagione?
«Sicuramente il 4-0 alla Roma e la vittoria a Catania 2-0».
Col Genoa sarà dura?
«La Lazio ha l’obbligo di provarci, loro sono i campioni d’Italia in carica e hanno strapazzato il Milan in Super Coppa 5-0».
Come trascorre le giornate? Ha nostalgia di Catania?
«Quest’anno sono stato più libero, la scorsa stagione ero impegnato per gli esami di diploma. Roma offre molto, ma è anche dispersiva. Faccio cose normali: frequento cinema, pub e gioco alla playstation. Nostalgia? Eccome, la mia famiglia, gli amici e soprattutto gli arancini e i cannoli…»
Un altro sogno?
«Giocare col Catania… però in serie A».

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