Viagrande. Un centro di recupero nella villa confiscata ad Antonio Ferrera.
La notizia che il progetto presentato dal Consorzio etneo per la legalità e lo sviluppo per creare a Viagrande un centro di ricovero e l’assistenza di disabili psichici, è stato finanziato con ben 626 mila euro, è stata accolta dall’amministrazione comunale con grande soddisfazione e una punta di orgoglio. Il centro di ricovero sorgerà nella villa confiscata ad Antonio Ferrera “personaggio associato ai clan mafiosi” così come viene riportato nel comunicato stampa che, ieri, ha diffuso la notizia. Il progetto è stato presentato dal Consorzio etneo per la legalità e lo sviluppo, ed era stato redatto, per la parte relativa alla ristrutturazione – come informa l’assessore ai Lavori pubblici di Viagrande, Ettore Barbagallo – dall’ing. Rosario Leotta, oggi capo ufficio tecnico dello stesso Comune. Ha seguito l’iter in modo particolare l’ex assessore comunale Caterina Muscuso.
La villa, composta da quattro piani, per una superficie coperta di oltre 620 mq, venne costruita in via Torrente Fondachello, in quella parte di Monterosso Etneo che ricade nel territorio di Viagrande, in una zona di incomparabile bellezza paesaggistica, non molto lontana dal bosco in cui Giovanni Verga ambientò parte della sua “Storia di una capinera“.
Confiscata nel 1987, è stata successivamente assegnata al Comune di Viagrande (siamo all’epoca del sindaco Sanfilippo), ma lo stato di abbandono in cui è stata lasciata (per mancanza di risorse), l’ha ridotta in pessimo stato. I 626 mila euro assegnati dal programma gestito dal ministero dell’Interno e cofinanziato dall’Unione Europea, destinati alla ristrutturazione dell’intero edificio, dovrebbero essere sufficienti per rimetterlo in sesto al fine di trasformarlo in un moderno Centro per il ricovero e l’assistenza ai disabili psichici dei Comuni che aderiscono al Consorzio. Al termine dei lavori di recupero, è previsto che la struttura potrà ospitare 15 persone che riceveranno servizi di riabilitazione e attività per la reintegrazione sociale. Il centro verrà gestito da associazioni o coop sociali con finalità di reinserimento socio-economico di soggetti svantaggiati (ex detenuti, tossicodipendenti ecc.). Previsti anche – come conferma la capo-area dei Servizi sociali comunali Maria Letizia Di Modica – percorsi riabilitativi della durata massima di due anni per rendere gli ospiti il più possibile autonomi nelle attività di base fino ad arrivare ad un recupero sociale pieno.