Viagrande. Consegna premio «Donne per le Donne»

A Maria Coco, coraggiosa imprenditrice locale che ha assunto il timone della azienda di famiglia dopo che il marito, Giuseppe Sapienza, rimase vittima della mafia, per essersi rifiutato di sottoporsi al pizzo (così come è emerso dalle dichiarazioni di collaboratori di giustizia) e a Francesca Catalano, medico con una grande esperienza nel campo della ricerca e prevenzione oncologica, è stato conferito il premio «Donne per le Donne», giunto alla sua quarta edizione, a conclusione del convegno «Le Donne e la mafia-Ribelli per la lotta-Leader nel sostegno». Una serata curata dalla coordinatrice, l’ex assessore Caterina Muscuso, che il sindaco Vera Cavallaro ha voluto rimanesse accanto a lei «come supporto per diffondere i messaggi della legalità». La dott.ssa Muscuso ha spiegato il significato intrinseco della parola «mafia» sin dalle sue origini. L’assessore provinciale alle Pari opportunità, Giuseppe Pagano, si è detto soddisfatto di potere sostenere un’iniziativa di grande spessore, ricordando che la Provincia ha sottoscritto la rete antiviolenza. Attesa e poi molto applaudita la relazione della dott.ssa Agata Santonocito, sostituto procuratore presso la Dda della Procura della Repubblica di Catania, che ha messo in risalto «le luci e le ombre» delle donne e la mafia, delle donne di mafia e delle donne contro la mafia. «La mafia – ha detto – è come il vento: non si sente, ma si avvertono i suoi sintomi a tutti i livelli; i mafiosi affabulano gli imprenditori e se il metodo mafioso è forte non ha bisogno di essere violento».
La Valpreda si è soffermata sulle esperienze maturate nell’esercizio della sua professione di psicologa, con donne che hanno seguito percorsi coraggiosi per uscire fuori dell’ambito della mafia. (Nella foto, da sinistra, Francesca Cantarella, il sindaco Cavallaro, Maria Coco, e l’ex assessore Muscuso).

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