E’ UFFICIALE… SI PARTE
Martedì 25 Gennaio 2011 un aereo mi porterà a Buenos Aires, dove mi aspetta una moto, pronta a portarmi fin giù a Capo Horn, attraverso la Patagonia, le Ande e la Terra del Fuoco.
Un viaggio splendido, che da Buenos Aires porta fino ad Ushuaia attraverso la Ruta 40, assaporando fino in fondo l’idea del “viaggio”. La prima parte nella Pampa meno conosciuta e meno turistica, è quella che dà di più il piacere della scoperta. La seconda parte, (da San Carlos de Bariloche fino ad Ushuaia) è più turistica ma sempre sorprendente. E’ la natura a dare spettacolo. E’ un viaggio molto intenso, bisogna studiare l’itinerario con attenzione.
Un’affascinante traversata da nord a sud dedicata ai grandi spazi della Cordillera Andina e della Patagonia. Giunto a El Calafate, ammirerò lo spettacolo offerto dai ghiacciai Upsala, Onelli e Spegazzini con la gita in catamarano sul Lago Argentino. E ancora mi stupirò davanti al più famoso Perito Moreno, quando palazzi di ghiaccio alti fino a 60 m. cadranno rovinosamente nelle acque antartiche. Continuando a sud, lascerò la Ruta 40 rientrando in Cile da Cancha Carrera per entrare al Parco Nazionale Torres del Paine. Gli aggettivi sono scarsi per decantarne la bellezza: dalle bianche torri granitiche agli aguzzi cuernos che avvicinerò in qualche escursione. Poi il lago Pehoe fino all’omonimo rifugio, da cui, con una breve sgambata sarò al mirador dell’impressionante ghiacciaio Gray con gli iceberg a portata di mano… Lasciato il parco, popolato fra l’altro da numerosi gruppi di guanachi, arcigni caranchos, nandu e qualche condor, proseguirò per P.to Natales e Punta Arenas, trovando anche il tempo per una sosta alla Cueva del Milodon. Da Punta Arenas, traghetterò lo Stretto di Magellano, diretto a Porvenir. Rientrerò in Argentina alla localita S. Sebastian, attraversando l’lsla Grande del Fuego fino a Rio Grande. Passerò dal Lago Fagnano e ancora salirò al Paso Garibaldi prima di scorgere la baia di Ushuaia, la città piu meridionale del mondo. Immancabile l’escursione in barca sul canale di Beagle per ammirare le colonie di otarie e cormorani sparsi in varie isolette… e chissà… con qualche giusta coincidenza… si spera di poter mettere piede anche nel continente Antartico, presso qualche base avanzata.
Mario Macrì
Uno degli ultimi grandi crolli del Perito Moreno.
vedi il percorso su Google Map
CAPO HORN
Le coste occidentali della Terra del Fuoco si sgranano in numerose isole, tra le quali serpeggiano canali misteriosi che vanno a perdersi laggiù, alla fine del mondo, nella «Tomba del Diavolo». I marinai d’ogni latitudine assicurano che là, a un miglio da quel tragico promontorio, testimone dell’incessante duello tra i due più vasti oceani del mondo a Capo Horn, il Diavolo è rimasto ancorato a un paio di tonnellate di catene, che lui trascina facendo gemere i ceppi sul fondo del mare nelle orride notti di tempesta, quando le acque e le ombre oscure dal cielo sembrano salire e scendere su quegli abissi. Fino a pochi anni fa, in quelle regioni si avventuravano soltanto audaci cacciatori di lontre e foche, genti di razze diverse, uomini rudi che avevano il cuore chiuso e stretto come i loro pugni. Alcuni sono rimasti incatenati a quelle isole per tutta la vita. Altri, spinti dalla frusta della fame che sembra farli vagare da oriente a occidente, arrivano ogni tanto in quelle terre inospitali, dove ben presto il vento e la neve scolpiscono la loro anima a colpi d’ascia, lasciandola dura e affilata come una stalattite di ghiaccio.
Francisco Coloane (1941)