«Scuola e famiglia contro la droga»

MAZZARINO. Incontro all’istituto «Pascoli» per la prevenzione all’uso di sostanze stupefacenti.

MAZZARINO.Per allontanare i giovani dalle droghe bisogna riempire i loro vuoti di comunicazione“. E’ questo il messaggio che Saro Grasso (direttore della comunità Nazareth di Viagrande) ha rivolto agli alunni e genitori dell’Istituto comprensivo Giovanni Pascoli, promotore di un incontro di sensibilizzazione e prevenzione all’uso delle droghe per studenti e famiglie delle terze classi.
Tra i relatori anche la psicologa Francesca Caruso e due ragazzi ospiti della comunità etnea; presenti anche il sindaco Vincenzo D’Asaro, il preside Vincenzo Mendolia e diversi insegnanti.
Oggetto dell’incontro le droghe, i gravi disturbi mentali e di dipendenza e disfunzioni comportamentali che il loro uso comporta fino agli aspetti penali.
Ho visto morire tanti giovani – ha affermato Grasso – nel corso della mia ultra ventennale esperienza accanto anche al salesiano Ninì Scucces, di operatore in una comunità per tossicodipendenti che ora dirigo. La fase preadolescenziale è critica poiché la soglia tra i 10 e i 12 anni è quella in cui si inizia a fare uso di droghe. Ciò che è importante è educare alla consapevolezza e i genitori devono soprattutto stare vicini ai figli e insegnare loro a dire di no attraverso l’esempio, i ragazzi devono fare esperienza della frustrazione del no, non può essere tutto concesso loro e il rendimento scolastico non sempre è il termometro del benessere psicologico e spirituale del ragazzo. Non dobbiamo avere paura di conoscere i nostri figli, il contatto con la famiglia è fondamentale perché i nostri figli si trovano spesso a fare i conti con la solitudine“.
Questi incontri – afferma il preside lamentando la scarsa partecipazione delle famiglie – sono fondamentali perché fanno emergere situazioni che potrebbero essere problematiche e quindi prevenirle, le regole acquisite a livello infantile sono importanti, gli studenti passano tanto del loro tempo a scuola e noi educatori abbiamo bisogno di stabilire un dialogo leale, aperto con le famiglie al fine di garantire al ragazzo un sano sviluppo sociale e psicologico“.

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