Un sogno dalla cattedra

Leggo sempre con attenzione i brillanti interventi settimanali della Prof.ssa Silvana La Porta sull’inserto Vivere del quotidiano La Sicilia. Nell’intervento di oggi [1] Lo splendido dono della letteratura ci racconta di fare talvolta un bellissimo sogno – ad occhi aperti? – nel quale ella tiene ai suoi allievi una lezione, ad esempio sull’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. E’ un sogno davvero appagante, perché la lezione appassiona docente ed alunni, negli occhi dei quali scorre l’onda armoniosamente fluente della narrazione ariostesca: la vivacità dei loro sguardi è il segno del coinvolgimento empatico che quel racconto, così fantasioso ma così umano, suscita in loro. Povero Orlando, diventato pazzo per una delusione amorosa! Ma quanto è fragile, stordito da una passione, anche l’uomo più forte! È una morale dura, da accettate e da comprendere. Ma gli alunni sorridono, perché Ariosto usa l’arma dell’ironia per far riflettere i suoi lettori, per mostrare loro quanto è difficile raggiungere nella vita quell’equilibrio verso cui l’uomo tende. Quei sorrisi giovanili, quei lampi d’intuizione, sono sufficienti per l’insegnante: quella lezione sarà un dono, suo e della letteratura, per questa volta non ci saranno né interrogazioni, né voti. Peccato, è solo un sogno: al risveglio dovrà tornare a correggere i compiti, quelli sull’Ariosto!

La Prof.ssa La Porta ha ragione, il suo è un bellissimo sogno. E’ rivelatore della sensibilità didattica degli insegnanti impegnati nel loro lavoro quotidiano, dello scopo essenziale del loro insegnamento. Oggi la scuola sembra essere troppo impegnata nella ‘questione docimologica’, ossia nel problema della valutazione dei risultati conseguiti, mentre la sua funzione prioritaria dovrebbe essere sempre e comunque la trasmissione del sapere e dei suoi valori. In ogni caso la valutazione non dovrebbe cadere nell’eccesso di configurarsi come una sorta di saldo fra il dare, l’insegnamento, e l’avere, l’apprendimento. L’insegnamento, la cultura, ha in sé sempre qualcosa di ‘gratuito’. E poi non tutto può essere recepito immediatamente e nella sua interezza, ci sono contenuti che al momento possono esserlo solo parzialmente o con buona approssimazione. Una parte non trascurabile dell’insegnamento consiste di ciò che non ha un effetto immediato, ma che vale la pena di comunicare perché contribuisce alla maturazione: è quella ‘conoscenza tacita’ che a tempo debito emerge alla coscienza. Del resto, scriveva un professore universitario tedesco: “la nottola di Minerva inizia il suo volo sul far del crepuscolo”.

Salvatore Daniele

[1] Vivere, pag. II in La Sicilia, 14/10/10

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.