Alcuni giorni fa, a Parigi, si è concluso il quattordicesimo congresso mondiale della tiroide, al quale hanno partecipato le società scientifiche intercontinentali che si occupano di patologia tiroidea. Il dott. Dario Giuffrida, direttore del dipartimento oncologico dell’ Istituto Oncologico del Mediterraneo di Viagrande, che ha partecipato al congresso, riferisce che uno degli argomenti più discussi è stato quello riguardante i nuovi farmaci e le nuove terapie.
«In particolare – afferma Giuffrida – si è discusso di target therapy o terapia con farmaci biologici, che rappresenta la nuova frontiera nella terapia antitumorale.
La ricerca farmacologica si è concentrata sulla messa a punto di farmaci che colpiscono bersagli cellulari specifici, che sono alla base dello sviluppo e della crescita dei tumori. Queste molecole appartengono alle cosiddette targeted therapies, che presentano alcune caratteristiche comuni: azione selettiva e specifica verso le cellule tumorali; tossicità diversa rispetto alla chemioterapia tradizionale; possibile utilizzo in associazione con chemioterapia o radioterapia; in alcuni casi, via di somministrazione orale, con conseguente riduzione di ricoveri e risparmio di risorse sanitarie».
Un limite all’utilizzo di questi farmaci è spesso rappresentato dalla necessità di trovare nel tumore un’alterazione molecolare specifica, tale da renderla “bersaglio” della terapia farmacologica. La terapia medica, della maggior parte dei tumori tiroidei, si basa sull’uso dello Iodio Radioattivo; risultati poco soddisfacenti si sono avuti con la chemioterapia e la radioterapia. «Risultati incoraggianti – continua il dott. Giuffrida – sembrano aversi con queste nuove molecole. Nel campo dei tumori tiroidei, questi nuovi farmaci non sono ancora stati registrati e, quindi, non sono in commercio. I pazienti, pertanto, possono essere inseriti in studi clinici presso quei centri nei quali sono attivi questi studi. Allo Iom, per esempio, è attivo un trial clinico internazionale, che riguarda i carcinomi differenziati della tiroide metastatici e in fase avanzata, nel quale possono essere trattati i pazienti con queste caratteristiche.
Presso lo Iom è attivo un servizio di oncologia endocrina che si occupa anche dei tumori della tiroide e del follow-up (diagnostica tramite Tsh ricombinante, ecografia, esami citologici, dosaggi ormonali); è presente un servizio di anatomia patologica che utilizza tecniche di diagnostica molecolare, che possono caratterizzare meglio l’aggressività del tumore.
Il servizio di chirurgia della tiroide dello Iom, si avvale della collaborazione attiva del prof. Orazio Ippolito, già docente di endocrinochirurgia della nostra università, che ha, per tanti anni, svolto la sua attività presso la clinica chirurgica dell’ospedale Vittorio Emanuele».
(font: La Sicilia – A. Tor., 06 ottobre 2010)