Si ispira a De Andrè per l' "ardimentoso soldato del buon Dio"

LIBRI – L’innovazione di Alfio Grasso nel genere dei racconti in versi con “Goffredo di Rue Grande“.

Goffredo di Rue-Grande“, si intitola così il racconto del trentenne scrittore viagrandese Alfio Grasso, attualmente alla sua quinta opera letteraria edita da “A&B” e che rappresenta una innovazione nel genere dei racconti in versi ma anche un ritorno all’antico con una morale sempre attuale. Il personaggio principale della storia è Goffredo, “ardimentoso soldato del buon Dio“, nobile condottiero, eroe crociato ma… scalognato che, tornato nella sua Rue-Grande, cerca in ogni modo di sedare il suo ‘digiun d’amore‘ con la sua fedele sposa “nè bella, nè formosa, nè profumata… ma così ricca d’affievolir l’orrore“. Il valoroso cavaliere si ritrova così nuovamente a combattere, stavolta non contro i mori, bensì contro i suoi più bassi istinti di cui diventa schiavo. Una brillante ironia lega insieme di ottava in ottava, tutte le incredibili e incalzanti vicende che si sviluppano tra Rue-Grande, Trois-Marrons e Saint-Antoine: dal viaggio in groppa al toro che, come gli ricorda il fedele (?) servitore Catello “s’infuria innanzi al rosso” procurando un “comico disastro“, ai “fanciulli d’ambigua identita” scambiati da Goffredo per donne, fino alla scoperta di un tradimento inimmaginabile. Questi e altri eventi si intrecciano vivacemente travolgendo tutti i personaggi in disavventure stravaganti e ironiche. Scopo dell’autore non è ridurre ogni cosa al profano: è l’humanitas, nel suo più elevato e nobile significato, il valore fondamentale a cui mirare. L’eroe crociato infatti, alla fine delle sue grottesche disgrazie capirà che nulla è così come sembra quando ci si allontana dalla rigorosa saggezza, propria dei valori autentici, che danno peso e senso al nostro vivere e che la vita si tinge di ridicolo quando si è incapaci di purificarla elevandola sul piano spirituale. Fonte ispiratrice del racconto è stata la canzone “Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers” di De Andrè, della cui vita e delle cui canzoni l’autore è uno studioso, tanto da dedicargli l’opera “Fabrizio De Andrè. Anarchia e Poesia“.

(font: La Voce dell’Jonio – Caterina Torrisi, 19 settembre 2010)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.