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Il Catania spreca, Inzaghi salva il Milan.
Pato non c’è, Robinho non sta ancora bene e va in tribuna. E Allegri che fa? Manda in campo tutti gli altri giocatori d’attacco che ha. Il Milan si presenta infatti con il tridente Ibrahimovic Inzaghi Ronaldinho, ma anche con Boateng e Seedorf ai lati di Pirlo. Ma il calcio non è scienza esatta: il prodotto di tanti attaccanti non è necessariamente tanti gol.
Il Catania resta argentino: rispetto al successo sul Parma, fuori Gomez e Ledesma, dentro Izco e Carboni per un 4-4-1-1 molto corto, con Mascara esterno sinistro e Ricchiuti primo aiuto per Maxi Lopez in avanti. La squadra di Giampaolo gioca palla a terra e Abbiati è il primo portiere impegnato sul tiro cross di Ricchiuti.
La prima occasione “volontaria” se la mangia invece Inzaghi al minuto quattordici: Superpippo non è all’altezza della propria fama sull’assist di Ibrahimovic, che gioca da punta di destra.
Si gioca in una metà campo sola, ma al Milan servirebbe più rapidità nel traffico, quella che al venticinquesimo porta al tiro Potenza.
È il preludio al gol del Catania che arriva al minuto ventisette con il sinistro di Capuano da mettere su dvd e riguardare fino a fine carriera. Una prodezza, certo, che però in realtà smaschera anche le difficoltà del Milan sulle seconde palle, quelle che escono dall’area e non hanno copertura dai centrocampisti.
Altro problema dello schieramento iperoffensivo di Allegri è la tendenza a concedere il contropiede: punito da Giaccherini sabato scorso, non dall’Auxerre martedì e nemmeno da Ricchiuti al ventinovesimo. E quando Maxi Lopez poco dopo si permette il lusso di mettere a sedere Nesta e cercare il pallonetto, arrivano i primi fischi. Ma il Milan non si vede ancora, eclissato da un grande Catania. Thiago Silva di rincorsa frena l’ennesimo contropiede che poi porta alla conclusione Izco. Poi Silvestre sovrasta Boateng in area ma non inquadra la porta di testa.
Ibra si sposta un po’ più nel cuore dell’area, proprio dove gli spazi sono strettissimi se la giocata non è rapida. Ma fa densità e mette pressione al Catania. Che concede il pareggio in chiusura di tempo. Sul cross di Bonera, Ronaldinho invece di calciare dritto in porta ha la testa e il piede per trovare Inzaghi. E alla seconda chance Superpippo non può fallire, arrivando così a quota 123 gol rossoneri, meno uno dal signor Van Basten.
La posizione più centrale di Ibrahimovic si fa sentire subito in avvio di ripresa, con il tacco che chiama il destro di Seedorf. Allegri intanto ha derogato al 4-3-3 correggendo il modulo in un 4-4-2 con Boateng e Ronaldinho sulle ali. Il ritmo non cresce, ci prova Thiago Silva ma le occasioni sono poche. Anche perché con Ledesma per Ricchiuti il Catania ha stretto ancor più le linee, difendendo però sempre con ordine e se possibile cercando sempre di pungere.
Boateng corre per tutti, ma le fatiche di Champions si fanno sentire e in panchina ad Allegri è rimasto poco. Oduamadi per Inzaghi è il primo cambio che il tecnico rossonero si gioca a cinque dal novantesimo, poi nel finale Gattuso per Seedorf. La difesa del Catania continua a fare un figurone: vedere la chiusura su Ronaldinho, arrivano in cinque. E sull’ultima occasione Ibrahimovic, l’uomo che partite così dovrebbe risolverle da solo, liscia in mezzo a un mischione.
Per il Milan quattro punti in tre partite contro Lecce, Cesena e Catania. Dopo il mercato da star, non è la partenza che il Diavolo si aspettava.
(font: SportItalia – 18 settembre 2010)