«Gelsomino d’Arabia», che suggestioni

APPLAUDITA RAPPRESENTAZIONE TEATRALE ALL’EX COLLEGIO DEI GESUITI DI NOTO.

NOTO. Era stracolmo di spettatori il cortile dell’ex Collegio dei Gesuiti per «Gelsomino d’Arabia» di Antonio Aniante, originale prodotto della Fondazione Teatro Vittorio Emanuele di Noto con il sostegno del locale Centro Giovanile “T. Schemmari” e con la collaborazione della Facoltà di Architettura di Siracusa.
Adattamento e regia di Salvo Piro. Un testo, pressoché inedito, di marca dadaista del “randagio” giornalista, romanziere e commediografo etneo Antonio Rapisarda (rifugiatosi nello pseudonimo per distinguersi dal più noto conterraneo Mario) rappresentato nel 1926 dal Teatro degli Indipendenti dei Bragaglia a Roma e ammirato da Marinetti per il contenuto surreale e assurdo.
Un autore, scritto per inciso, “vulcanico” come la terra d’origine (nato a Viagrande nel 1900, morì a Ventimiglia nel 1983 dopo avere vissuto per lunghi anni a Parigi) dato che, tra le tante opere, scrisse una biografia di Mussolini, “Mezzuomo” per Petrolini e “La rosa di zolfo” per Modugno. Pubblico eterogeneo, in gran parte giovanile, interessato non tanto dal contenuto piccante del testo, quanto, piuttosto, dal confronto a distanza con gli altri spettacoli offerti nella sezione “Esplora” – Palcoscenico contemporaneo.
Il risultato è stato positivo. Ottima la messa in scena nello splendido sito sull’esempio della senese Monticchiello e della verghiana Vizzini. Brava e bella “la mangiatrice d’uomini” Pamela Toscano (Gelsomino) e in linea col personaggio Sebastiano Mancuso (il supercornuto scienziato e sindaco Magonza); scarna ma significativa l’apparizione del senegalese Jali Moulaye Diabate.
Buone le musiche di Joe Schittino (una, in particolare, di stile Rota con richiamo felliniano) eseguite dall’Ortigia Ensemble formato da Fabio Carrubba, Marco Ciraudo, Saverio Fazzina, Antonio Granata, Salvatore Incatasciato, Stefano Linares, Tiziano Magnano, Loris Micasio, Salvatore Pungello, Leandro Sortino e, all’organetto, da Valerio Cairone. Le scelte del direttore artistico Corrado Russo sono state sottolineate da un lungo applauso quando ha ribadito che il suo è un progetto di «laboratorio e non di scuola di teatro», che trattasi di «spazio creativo aperto agli iscritti» ma, soprattutto, di «attività inserita nel piano del rinascimento culturale che sta vivendo la città». Hanno degnamente onorato la fiducia loro accordata, per i cori e la gestualità, gli allievi del Laboratorio Teatrale “Memorie” Carmelo Battiato, Alessandra Bonaiuto, Mariella Caponetto, Manuela Caramanna, Angela D’Amico, Bartolo Fratantonio, Corrada Giunta, Salvatore Grillo, Valentina Intelisano, Vincenza La Cognata, Elisabetta Lombardo, Teresa Lorefice, Corrado Mauceri, Cecilia Terzo, Mariannina Tringali nonché, per gli elementi scenici, i cinquanta giovani universitari del laboratorio “Spazio Teatro” coordinato da Vittorio Fiore.

(font: La Sicilia Siracusa – Vincenzo Greco, 14 settembre 2010)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.