Rivalutare i borghi nuova scommessa

Nel 1999 è stato fatto un censimento dei borghi siciliani, in tutto 829.

Si tratta di antiche borgate che con il tempo sono state praticamente inglobate nelle città di riferimento che con gli anni sono cresciute. Gli esempi sono molti: nell’Acese Piano d’Api, Stazzo, Pozzillo. A Viagrande il borgo di Santa Lucia. A Zafferana Fleri e Fornazzo. Una miriade ne ha Palermo: Mondello, Ficarazzi, Sferracavallo, Aspra e altre decine. Hanno edifici la maggior parte dei quali risalgono a 50 anni addietro e l’assetto viario è ancora quello antico. Recuperare questi borghi, molti dei quali sono a mare, è una delle sfide del futuro. Chiaramente occorrono investimenti ingenti, al momento non proponibili a causa della crisi congiunturale, ma l’assetto del territorio è fondamentale per il futuro. Quel censimento di 829 borghi è rimasto praticamente a dormire nei cassetti per ben undici anni. Ora è il momento di riportare alla luce quella lista per approfondire la questione e vedere cosa si può fare, anche alla luce delle possibili risorse comunitarie. Finora le nostre autorità regionali non si sono poste il problema, hanno pensato all’oggi, ma non al domani. Dovrebbero prendere esempio da quel che hanno fatto in Toscana e Basilicata.

(font: La Sicilia – Tony Zermo, 26 agosto 2010)

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