Fuori dalla Giunta l’assessore delegato dal sindaco di Aci Catena. Possibile un cambio dello statuto.
Ispettore di polizia ed ex assessore al Bilancio al Comune di Aci Catena, superando le barriere degli schieramenti e della politica Giancarlo Bonfiglio si è dimostrato «l’uomo giusto al posto giusto» per presiedere il Consorzio etneo per la legalità e lo sviluppo, che riunisce 19 Comuni etnei.
Dai primi di luglio ha dovuto lasciare per statuto la guida dell’organismo che sotto il coordinamento della Prefettura si occupa di gestire e rendere produttivi beni immobili e terreni confiscati alle organizzazioni criminali, essendo intanto uscito dalla giunta guidata dal sindaco Raffaele Nicotra, che lo aveva «delegato» e che adesso presiede il Consorzio. Per statuto, la carica di presidente può essere occupata alla precisa condizione di essere anche amministratore in carica di uno dei Comuni consorziati, e da qui l’«incompatibilità» che ha portato l’ispettore ex assessore del Mpa a lasciare un incarico per il quale si è rivelata utilissima l’esperienza di uomo delle forze di polizia. Sul nome di Bonfiglio, che avrebbe dovuto rimanere alla guida del Consorzio intanto fino a febbraio, la convergenza era stata ampia anche sulla possibilità di rendere continuativa la sua carica, considerata la specifica esperienza.
In Prefettura si è svolta intanto una riunione nel corso della quale è stata avanzata la proposta di una variazione dello statuto, tale da consentire la nomina di un presidente indicato da uno dei sindaci pur non essendo un componente della Giunta, «sanando» l’incompatibilità in questione. Una proposta che sarà ulteriormente approfondita il prossimo 10 settembre in un ulteriore incontro, e che presenta il problema del diritto di voto che non potrebbe essere riconosciuto a un «esterno», ma sulla quale si potrebbe comunque trovare l’intesa. In quel caso, potrebbe profilarsi il ritorno di Bonfiglio alla presidenza del Consorzio etneo per la legalità e lo sviluppo, che intanto ha incassato dalla Regione un contributo di 100mila euro per attività documentata relativa alla gestione e riconversione dei beni confiscati alla mafia. Fino a questo momento sono stati quindici i progetti approvati, per un importo complessivo di 3 milioni e 300mila euro, che hanno permesso tra l’altro di realizzare una clinica per disabili pscichici a Viagrande, un centro ascolto antipedofilia ad Aci Catena, due progetti per gli immigrati a Catania e un centro polifunzionale a Mascalucia, oltre alle riconversioni di diversi terreni coltivati a uliveti e aranceti.
Sono complessivamente diciannove i Comuni etnei, tra i quali lo stesso capoluogo, oltre alla Provincia regionale di Catania, che fanno parte del Consorzio etneo per la legalità e lo sviluppo. Attualmente il consorzio è presieduto dal sindaco di Aci Catena Raffaele Nicotra.
I Comuni che fanno parte del Consorzio etneo per la legalità e lo sviluppo sono Aci Catena, Catania, Calatabiano, Belpasso, Camporotondo Etneo, Gravina di Catania, Linguaglossa, Mascali, Mascalucia, Motta Sant’Anastasia, Piedimonte Etneo, Ramacca, San Giovanni la Punta, San Gregorio, San Pietro Clarenza, Tremestieri Etneo, Viagrande, Aci Castello, Calatabiano e Castel di Judica, mentre sarebbe prossimo l’ingresso di San Gregorio e Acireale.
(font: La Sicilia – Cesare La Marca, 26 agosto 2010)