Acoset: scontro aperto Stancanelli-Fatuzzo

NON ACCENNA A DIMINUIRE LA POLEMICA SULLE NOMINE AI VERTICI DELL’AZIENDA IDRICA.
Il sindaco chiede di ridurre i componenti del Cda, replica il presidente: «Strano che lo richieda solo adesso».

L’Acoset dovrebbe occuparsi soltanto dell’erogazione idrica nei paesi pedemontani. E’ invece al centro di uno scontro politico che ha messo in evidenza la fragilità che caratterizza la coalizione di maggioranza Pdl-Mpa che regge quasi tutte le amministrazioni etnee e che risente dei venti di guerra che arrivano dalla Regione. L’ultimo scontro vede contrapposti il sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, del Pdl lealista e il suo ex assessore alla Cultura, Fabio Fatuzzo, ex Pdl e ora vicino al gruppo di Fini, tra i quali, secondo quello che si racconta, non sarebbe mai corso «buon sangue». Stancanelli, dopo l’invito a Fatuzzo a «fare un passo indietro» è tornato nuovamente sull’argomento Acoset con una lettera indirizzata al neo presidente e ai sindaci dei Comuni-soci con cui chiede che venga rispettata la legge regionale n. 22 del 16-12-2008 che prevede un Cda composto soltanto da tre rappresentanti (oggi è di 5). «La legge – scrive Stancanelli – pone una serie di adempimenti a carico degli enti locali che se non rispettati comportano responsabilità di carattere erariale». Stancanelli, in particolare ricorda che «art. 19 stabilisce che “il numero dei componenti nominati da Comuni e Province negli organi delle società, aziende ed enti non può eccedere le tre unità” contrariamente a quanto ad oggi attuato dall’Acoset. Ciò premesso – scrive ancora il sindaco rivolto al presidente Fatuzzo – la invito a volersi attivare al fine di adeguare lo statuto conformemente alle disposizioni di legge».
Il presidente Fatuzzo ha replicato al sindaco sempre per lettera. «Desta meraviglia – scrive rivolto a Stancanelli – come la stessa lettera non sia stata indirizzata da lei al precedente Cda dell’Acoset composto oltre che dal presidente da sei consiglieri per i quali era previsto un compenso di 25 mila euro annui. Ciò premesso – ha aggiunto Fatuzzo – si tiene a precisare che per ogni attuale componente del Cda è stato deliberato dall’assemblea un rimborso forfettario di 500 euro mensili lordi e pertanto tutti i consiglieri percepiscono un importo annuo inferiore a quello erogato a uno solo dei componenti del precedente Consiglio. Si confida che la s.v. per le iniziative di sua competenza vorrà porre altrettanta attenzione a rimuovere violazioni di leggi in tema di cariche pubbliche come previsto dalla normativa vigente».
Sulla «guerra aperta» sulle nomine all’Acoset sono intervenuti anche i sindaci di Aci S. Antonio, Pippo Cutuli e di Valverde, Angelo Spina.
Cutuli, che è componente del Cda, risponde al presidente della Provincia, Giuseppe Castiglione, che due giorni fa aveva definito «incompatibili le cariche dei sindaci». «L’incompatibilità dei sindaci di cui parla Castiglione dipende dall’appartenenza al Mpa? – dice Cutuli – credo che se i sindaci fossero stati del Pdl tali ragionamenti non si sarebbero fatti. L’ingresso dei primi cittadini nel Cda è stato dettato dalla necessità di avere un contatto diretto con le problematiche idriche. Dal 20 luglio, data del nostro insediamento, stranamente l’acqua in alcuni Comuni serviti (Aci. S. Antonio, Viagrande, Trecastagni) non è più mancata. Sarà stato merito del nuovo presidente o del Cda?». Per il sindaco di Valverde invece «All’Acoset si sono voluti accelerare i tempi di nomina senza tener conto degli incontri di Mascalucia». Quindi per Spina «è necessario resettare tutto e completare il percorso iniziato a Mascalucia per giungere a una elezione condivisa degli organi statutari».

(font: La Sicilia – Giuseppe Bonaccorsi, 15 agosto 2010)

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