Dirigenti Scolastici. Assegnazioni e mobilità uffici «vuoti»

Molte presidenze sono rimaste scoperte.

Nei giorni scorsi il direttore dell’Usr ha provveduto alla mobilità dei dirigenti scolastici di Catania e provincia. E molte scuole di base sono rimaste senza capo di istituto. Infatti, alcuni istituti, i cui dirigenti scolastici sono andati in pensione, non hanno avuto il sostituto, perché non sono stati chiesti per trasferimento da presidi di ruolo; altri, invece sono rimasti con la presidenza “scoperta” perché i dirigenti scolastici titolari hanno ottenuto, il passaggio di presidenza, dal primo settore al secondo, in altri termini dalla scuola di base alla Media superiore.
Gli istituti secondari di secondo grado, i cui dirigenti sono andati in pensione e che hanno il nuovo preside, sono il «Vaccarini» di Catania, la cui presidenza è andata a Santo Torrisi, dirigente scolastico, proveniente da Santa Teresa da Riva; l’istituto superiore «L. Mangano», alla preside Pietra Tomaselli, proveniente da Lentini; l’albeghiero «Wojtyla» di Catania a Giovanni Previtera, che ha lasciato il liceo artistico «Greco» di Catania. L’ex preside della «Mascagni», Massimino Antonio, è stato invece trasferito al liceo artistico «Greco». Coperti anche gli istituti superiori della provincia. Infatti, l’istituto d’arte di Giarre sarà diretto da Alfredo Pappalardo, proveniente da Priolo; all’ITI «Fermi» di Giarre, andrà Gregorio Mario, proveniente da Floridia; il liceo classico di Adrano verrà diretto da Enzo Raccua, che lascerà l’Ic di Maniace.
La situazione è problematica, invece, per le direzioni della scuola di base di Catania e provincia le cui presidenze, il prossimo primo settembre rimarranno scoperte. Ci riferiamo agli istituti comprensivi «Doria», «Petrarca» e «Mascagni» di Catania, i cui dirigenti scolastici sono andanti in pensione o hanno chiesto il passaggio di presidenza.
Hanno lasciato la scuola per il pensionamento i presidi dei circoli didattici «Falcone» di S. Giovanni La Punta, «Giovanni XXIII» di Paternò, 4 circolo didattico di Paternò; degli istituti comprensivi «Costa» di S. Michele di Ganzeria, «Verga» di Viagrande, «Arcoleo» di Caltagirone; delle scuole medie «Galilei» di Acireale, «Castiglione», di Bronte. Sono rimasti senza preside anche l’Ic «Leonardo da Vinci» di Misterbianco, la cui preside, Maria Buscema è stata trasferita al Cd «Giuffrida» di Catania, come pure l’Ic di Raddusa visto che Angelo D’Agosta è stato trasferito alla «Verga» di Scordia, e l’Ic «Purrello» di S. Gregorio perché Rosano Ricciardi si è fatto trasferire alla scuola media «Guzzardi» di Adrano. Dette presidenze, come abbiamo detto, non hanno almeno dopo la mobilità, il dirigente scolastico titolare. Chi andrà il primo settembre in dette presidenze? Non potrà essere utilizzata la graduatoria di merito dell’ultimo concorso a preside dal momento che l’esito di tale procedura concorsuale è stato annullato dal Cga e, in base all’attuale ordinamento, dette direzioni verranno assegnate in “reggenza” cioè ad un capo di istituto titolare di un’altra scuola, in base alle assegnazioni che verranno predisposte “ad interim” dall’Usr. Ma, come mai, essendovi ormai il ruolo unico dei dirigenti scolastici, alcuni a presidi lasciano la scuola di base per andare alla media superiore, lo abbiamo chiesto al presidente dell’Andis Santo Molino: «Si tratta dell’interesse che taluni dirigenti scolastici effettuano per svolgere una nuova esperienza professionale. Il ruolo dei capi di istituto è unico e le eventuali differenze di stipendio derivano dalla complessità dell’istituzione scolastica diretta. Tutte le scuole a Catania e in Sicilia sono collocate su quattro fasce. Le scuole collocate in prima fascia sono quelle caratterizzate da una maggiore complessità, poi si passa alla seconda, terza e quarta fascia. L’esperienza insegna che un dirigente scolastico riesce a incidere sulla qualità di una scuola in misura direttamente proporzionale alla continuità nella medesima sede. Infatti, il preside è un leader formativo, ma anche un esperto in management che si occupa degli aspetti pedagogico-didattici, delle strutture, dei servizi, degli alunni. E’ evidente che essendo a capo dell’equipaggio deve conoscerne pregi, difetti e limiti. Così come l’impresa educativa va condotto in stretto raccordo con il contesto ambientale, sociale e culturale. Un lavoro del genere non può essere caratterizzato da improvvisazioni e discontinuità».

(font: La Sicilia – Mario Castro, 22 luglio 2010)

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