Catania, 27 gen. – La Squadra mobile di Catania ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di venti affiliati del clan Mazzei, accusati di associazione mafiosa finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti. La maggior parte delle persone colpite dal provvedimento era già detenuta per altri reati. I particolari dell’operazione saranno resi noti durante una conferenza stampa che avrà luogo alle 10 nella sala stampa della procura di Catania. Parteciperà il procuratore della Repubblica Vincenzo D’Agata. Gli arrestati sono ritenuti responsabili di associazione per delinquere di stampo mafioso, nonché di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di droga. Lo stupefacente veniva acquistato in Campania e in Olanda e spacciato a Catania e nelle piazze dell’hinterland etneo. Le indagini si sono avvalse delle intercettazioni telefoniche e ambientali, ma anche delle dichiarazioni di uno degli indagati poi divenuto collaboratore di giustizia, come spiega il procuratore di Catania Vincenzo D’Agata: “La scelta di entrare nel mercato della droga da parte del gruppo dei Mazzei è legata a un un momento di difficoltà economica del clan. Per fare cassa hanno deciso di estendere la loro attività nell’ambito del traffico e dello spaccio di stupefacenti, anche nei paesi pedemontani, come Belpasso, Nicolosi, Pedara o Viagrande. Le indagini – conclude – si sono avvalse di tecniche tradizionali e di intercettazioni, nonché delle dichiarazioni di uno degli indagati che nel corso dell’inchiesta è divenuto collaboratore“.
(font: AGI News On – 27 gennaio 2010)
Il Clan Mazzei (si parla di 250 affiliati) detti “i Carcagnusi” è un clan storico nel panorama di Cosa Nostra catanese… leader nel mercato ittico e in particolare del pesce spada. Il boss Santo Mazzei, detenuto in regime di 41bis da parecchi anni, fu battezzato “uomo d’onore” direttamente da Totò Riina.
Storicamente nemico e “controllore” per conto di Riina dei movimenti dei Santapaola in terra etnea adesso il clan attraversa un momento di pace e collaborazione con i santapaoliani… non disdegnando nemmeno alleanze con i Cursoti, Puntina-Di Mauro, Cappello e Sciuto-Tigna.
Piccolo particolare… l’esigenza di allargare i propri affari anche in paesi della fascia etnea sorge da una crisi economica che ha colpito anche questo clan. In alcune intercettazioni gli affiliati solevano descrivere questa crisi con metafore legate alle condizioni meteo. Insomma spesso la frase che veniva intercettata era “c’è malutempu!“.