L’amministrazione comunale da me presieduta ha assicurato al patrimonio del Comune lo storico Palazzo del Principe Turrisi Grifeo di Partanna. Dopo avere ottenuto dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Catania il riconoscimento del particolare pregio artistico-storico del palazzo, ai sensi della allora vigente Legge 22/05/1939 n. 823, condizione propedeutica per chiedere finanziamenti, si è ottenuto dalla Regione Siciliana un contributo pari al 95% del prezzo di acquisto, come calcolato dall’U.T.E. (Ufficio Tecnico Erariale).
Con pochi milioni di lire, pertanto, il Comune è diventato proprietario di uno storico palazzo, e del terreno circostante. Un immobile che occupa un’area che va da via Garibaldi, angolo via Velardi, fino a via Aldo Moro.
Dall’altra parte di tale via era stata prevista, in altro tratto di terreno, tutt’ora abbandonato, la realizzazione di un ampio posteggio.
Dal termine del mio mandato, il 1994, ad oggi, il palazzo è stato totalmente trascurato, al punto di rischiare il crollo, e le amministrazioni comunali che si sono succedute alla mia non hanno mai provveduto neanche a fare adeguare il progetto predisposto dalla mia amministrazione, grazie all’impegno dell’allora Assessore Nello Tonzuso, all’epoca necessario per chiedere, ed ottenere, il finanziamento per la ristrutturazione.
Dopo 15 anni di trascuratezza ed abbandono, l’attuale amministrazione comunale ha ottenuto il finanziamento necessario per la “messa in sicurezza” del palazzo che, altrimenti, poteva non solo depauperarsi ma, addirittura, crollare.
Il tutto non solo avrebbe comportato la perdita di un bene storico-culturale, di proprietà comunale, quindi di tutti i cittadini, ma anche potuto causare pericolo per la pubblica incolumità. I lavori sono in corso.
Cosa succederà una volta che gli stessi saranno ultimati.
Il palazzo sarà nuovamente abbandonato, visto il disinteresse che ha caratterizzato le ultime amministrazioni, come altri fatti hanno dimostrato, o verrà utilizzato per fini diversi da quelli per cui venne acquistato?
Qualcuno ha detto, ma mi rifiuto di crederlo, anche perché non ritengo sia legalmente possibile, che l’amministrazione comunale voglia venderlo per sanare la disastrosa situazione economica in cui versa il Comune. Ciò costituirebbe un fatto grave e non condivisibile.
Qualcun altro, invece, sembrerebbe avere sentito dire che l’intenzione dell’amministrazione comunale sarebbe quella di cederne la gestione ad un privato, probabilmente lo stesso che gestisce già il Parco Monteserra ed il Museo della Lava.
Anch’essi beni di proprietà comunale, progettati e fatti finanziare dalla mia amministrazione.
Niente in contrario, da parte mia, se l’attuale amministrazione comunale non è in grado di gestirlo, come non è stata in grado di gestire le altre opere pubbliche sopra menzionate.
Forse è vero, dati i risultati, che sarebbe stato meglio non realizzarle, sia pure a spese della Regione. E ciò con buona pace dei cittadini e di chi si è operato con tanto entusiasmo, impegno e fatica, per dotarne il Comune.
Ciò, ovviamente, se legalmente possibile, e con la modifica della destinazione d’uso, prevista dalla Regione che ha concesso il finanziamento per l’acquisto.
Sempre meglio che vedere il Palazzo Partanna nuovamente abbandonato e rovinato, per il trascorrere del tempo e l’incuria degli uomini.
Mi auguro, tuttavia, che questa volta, se così dovesse essere, il Comune non operi quelli che qualcuno, forse, potrebbe considerare “favoritismi”, a favore di un privato.
Già il Parco Monteserra e il Museo della Lava sono stati concessi “gratuitamente” in gestione ad un privato che, invece, a quanto mi viene riferito, sembra ne ricavi ingenti utili.
Soldi pubblici, quindi, spesi senza che il Comune ne tragga alcun vantaggio economico.
E questo non è, o quanto meno non sembra, un caso di buona amministrazione.
Certo, sarebbe meglio se l’attuale amministrazione comunale avesse la intenzione, e soprattutto la capacità, di gestire le proprie cose, ma ne dubito.
Mi auguro, almeno, che qualora il Palazzo Partanna dovesse essere affittato, quanto meno per salvarlo, il Comune ne ricavi un giusto, equo, anzi adeguato utile economico.
Magari qualcosa in più dei 500,00 euro l’anno, “da pagarsi a trimestre anticipato”, ottenuti per l’affitto del terreno nei pressi della scuola media, come ho appreso dagli organi di stampa.
E ciò non per essere venali, ma realistici e rispettosi della collettività amministrata, come è, o sarebbe, giusto.
Avv. Francesco Corsaro Boccadifuoco
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