A Viagrande alle ultime elezioni comunali si sono presentati 4 candidati a Sindaco. Quello attuale, Venera Cavallaro, Enzo Sanfilippo, Francesco Labadie e il sottoscritto. Di questi, 3 erano già stati Sindaco, la Cavallaro, Sindaco uscente e già vice Sindaco di Sanfilippo, e il sottoscritto, Sindaco prima di Sanfilippo. Labadie era vice Sindaco nella prima amministrazione di quest’ultimo. L’opposizione, o presunta tale, è rappresentata da 6 dei componenti della lista Sanfilippo, giunta seconda alle ultime elezioni comunali. Ritengo, e così è stato nel più recente passato, che l’opposizione debba essere se non “diretta”, quanto meno “coordinata” dal candidato Sindaco, primo dei non eletti. Non mi pare che oggi sia così se, come ho sentito dire, i consiglieri di opposizione sembrerebbe che si ritengano “sciolti” da ogni impegno nei confronti del capo della lista con la quale si sono presentati. Poco male o, quanto meno, non è un problema che mi riguarda direttamente, se non come cittadino che non può non constatare come a Viagrande la “democrazia” si stia trasformando in “oligarchia”. Sono pochi, troppo pochi, e in parte sempre gli stessi, quelli che gestiscono il potere, bene o male che lo facciano. E ciò non è certo un bene. Così come non mi pare che sia un bene che ad una opposizione “silente” si aggiunga il silenzio di chi avrebbe, forse, il dovere di intervenire nell’interesse della collettività. Ciò al fine di chiarire chi sia il responsabile ed evitare che, come riferito da “radio fante”, e come sembrerebbe evincersi da qualche articolo, o comunicato, di stampa, qualcuno tenti di “scaricarsi” le proprie, eventuali, manchevolezze, accusando ed additando altri quali responsabili del grosso danno economico subito dal Comune a seguito del mancato, regolare, completamento della pratica di esproprio del Parco Monteserra. Mi pare di aver letto che sembra sia stato indicato, quale responsabile della mancata sottoscrizione e notifica del decreto di esproprio, il Sindaco in carica al momento della “realizzazione” del parco, che non ero più io. Il progetto per la realizzazione del parco, infatti, fu da me ideato e fatto finanziare dalla Comunità Europea, con allora 4 miliardi di lire, e poi materialmente realizzato, per i necessari tempi burocratici, da chi è venuto dopo di me. La mia “colpa”, se colpa è, come indirettamente mi è stato rinfacciato, è quella di avere programmato, progettato e realizzato troppe opere pubbliche. Una “colpa” perché chi è venuto dopo di me sembra che non abbia avuto la capacità di gestirle, delegando privati ad utilizzare, più o meno gratuitamente, qualcuna di tali opere. Altra “colpa” è forse quella di avere ottenuto dalla Regione e dall’Europa troppi contributi e di avere fatto pervenire al Comune troppi soldi, regolarmente entrati nelle casse comunali. E questa circostanza può essere una colpa. Se, infatti, non ci fossero stati i soldi, non si sarebbero potuti spendere, o sprecarli. Ho già detto, e lo ribadisco, che la pratica del Parco Monteserra, come le altre, fu da me lasciata in perfetta regola ed in modo amministrativamente e legalmente ineccepibile. Se errore c’è stato, per incuria o incapacità, ciò è evidentemente avvenuto dopo di me. Sarebbe opportuno, anzi credo necessario, chiarirlo a tutti i cittadini, che tale “errore” dovranno pagare. Non si può parlare solo dai palchi, nei comizi durante la campagna elettorale. E’ giusto che l’impegno assunto da ogni candidato Sindaco in quei giorni, nei confronti della cittadinanza, di “servire” il popolo, venga mantenuta, almeno da chi ha, direttamente o indirettamente, la possibilità di farlo. E’ giusto che venga ripagata la fiducia di quel gruppo di elettori che lo hanno sostenuto. Ogni candidato Sindaco, tra l’altro, insieme ai componenti di ogni lista, ha ricevuto consensi intorno al 25% dei votanti e rappresenta, quindi, un quarto circa dei cittadini-elettori. Non si può essere “presenti” in campagna elettorale, ed “assenti” dopo. Mi aspetto che chi ritenga di farlo chiarisca la sua posizione. Io l’ho fatto.
Avv. Francesco Corsaro Boccadifuoco
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