Gentile Amministratore,
l’articolo a firma di Paolo Licciardello pubblicato a pag. 38 del quotidiano “La Sicilia” del 23 Giugno 2009, mi offre lo spunto, dovuto per onestà intellettuale e per chiarezza di intenti, a riportare alcune opportune considerazioni in merito alla “spaccatura” de “La Cornucopia” e successiva costituzione della neo associazione culturale “Amligdala” di cui mi pregio essere Presidente.
Come è facilmente deducibile, è oltremodo “naturale” investire di “politico” ogni iniziativa che, a vari fini composta, si rivolge comunque al sociale, ma ciò non sempre è vero fino in fondo.
“La Cornucopia” era nata nel mese di novembre 2008 con i nobili e dichiarati intenti di promulgare la cultura nel territorio di Viagrande, magari con possibili e auspicate iniziative oltre “confine“, sempre e soltanto, comunque, nello spirito di una sana osservanza di aspetti alla cultura affiliati e tendenti fermamente ad incrementare tutte le espressioni utili alla crescita sociale e civile del nostro territorio.
A questo, e soltanto a questo, ci siamo, fin dal primo momento, ispirati, ed a questo continuiamo ad ispirarci, anche adesso che rappresentiamo l'”Amigdala“.
I motivi che hanno portato a quella che è stata definita una “spaccatura“, ma che in effetti dovrebbe definirsi soltanto come naturale, subentrata divergenza di opinioni e di vedute in corso d’opera, sono da ascriversi solamente alla volontà di “molti” degli iscritti in precedenza alla “Cornucopia” di mantenere alti esclusivamente gli ideali più genuini della “creazione” culturale.
La totalità delle nostre esperienze quotidiane si riflette sulla nostra esistenza; noi siamo le nostre esperienze, noi siamo le nostre circostanze: “Yo so yo y mi circunstancia” dice Ortega y Gasset.
Coloro che come me, e con me, hanno voluto iscriversi alla Amigdala, hanno inteso continuare il percorso ligi soltanto all’ideale proprio dell’agire per la cultura, convinti che solo nella più viscerale libertà di spirito si può onorare un impegno di siffatta natura.
Ma, mi consenta, ancora una nota per così dire, ad usum delphini: tutte le iniziative, o quasi, che così attentamente e puntualmente sono state richiamate nell’articolo di cui sopra, sono derivate dall’impegno e dalla continua presenza, nonché, fondamentalmente, dalla instancabile capacità organizzativa di chi scrive e di molti soci che adesso fanno parte della Amigdala; ciò non per presuntuosa vanagloria di apparire oltre il dovuto, ma per il concreto rispetto ad una effettualità che non può e non deve essere confusa per il debito formale delle “cariche” ricoperte, che molto spesso, anche nella vita più in generale, finiscono col non dare a Cesare quel che è di Cesare: naturalmente, ciò che scrivo è sotto gli occhi di tutti, e niente travalica i confini dovuti del rispetto e della obiettività.
Ma questo, direbbe qualcuno, è il mondo dell’uomo nei suoi tre aspetti esistenziali (secondo la fenomenologia classica): il mondo dell’ambiente, naturale, con le riproduzioni create dall’uomo; il mondo degli altri e con gli altri, il rapporto alla società come complesso di molti uomini e della loro interazione; il mondo dal di dentro, il rapporto con le emozioni, il pensiero, il dolore ed il piacere, la fantasia e la memoria. Ognuno di questi “mondi” è chiamato ineluttabilmente a confrontarsi anche con un “altro mondo”: giustamente, anche la “libera” interpretazione di chi, pur se in buona fede, rischia di non riconoscere in pieno i termini essenziali di una sana aderenza alla realtà e, soprattutto, di una pacata conoscenza dei propri confini.
A Viagrande, l”Amigdala è, senza soluzione di continuità, la strada già tracciata nel mese di novembre 2008, con lo stesso entusiasmo, la stessa fantasia, la stessa partecipazione di gente e di menti, lo stesso spirito innovativo.
Noi, ci adoperiamo, animati soltanto dalle nostre buone intenzioni culturali, a rendere Viagrande quel bacino di civiltà e aggregazione che già è insita nella sua stessa storia, senza dare il minimo spazio a chi vuole far credere che “Viagrande sia un centro spesso soggetto ad offuscamenti o cadute libere“.
Perché la gente di cultura non si spacca mai; semmai, come direbbe Kirkegaard, alla gente (uomo) di cultura “tutto è ugualmente possibile, perché l’uomo è immerso in un mondo di possibilità… soltanto che è formato dalla possibilità, è formato secondo la sua infinità“.
Noi abbiamo “preteso” di continuare per la strada tracciata in origine, che appartiene esclusivamente alla cultura.
L’Amigdala ci permette di vivere il vasto mondo delle emozioni.
Senza bandiere che sventolano a soffi di parte.
Il Presidente dell’associazione culturale “Amigdala”
Prof.ssa Maria Grazia Palermo