Viagrande, l’Amministrazione pronta a sanzionare il proprietario di un fondo colpito da un incendio.
Un incendio di vaste proporzioni, sviluppatosi a metà della collina fra Viagrande e Trecastagni, nella zona di Viscalori, nella serata di lunedì – durato dalle ore 20,30 sino alle ore 22 circa, quando i vigili del fuoco di Acireale sono riusciti ad avere ragione delle fiamme – ha suscitato molta paura nei cittadini di Viscalori.
Il bagliore delle fiamme, visibile anche da lontano, ha richiamato sul luogo, oltre ai carabinieri delle locale stazione, che hanno fatto da «apripista» ai vigili del fuoco, anche l’intera amministrazione comunale, con in testa il sindaco Vera Cavallaro, riunita, in quel momento, nella sede municipale per il rituale incontro del gruppo di maggioranza allargato.
L’incendio, spettacolare per le alte fiamme che si sono sviluppate, per fortuna ha aggredito soltanto sterpaglie e qualche albero di frutta e quasi sicuramente non va addebitato a una possibile autocombustione, vista l’ora tarda.
Fra l’altro, chi ha assistito da lontano al propagarsi delle fiamme ha riferito che queste si sono sviluppate su due fronti diversi.
Il rogo, a ogni buon conto, scaturisce dalla inosservanza delle norme antincendio ricordate proprio qualche giorno fa con un’ordinanza del sindaco con la quale si impone ai proprietari di terreni di ripulirli da sterpaglie, erbacce e materiali che possano provocare incendi, con l’avvertimento che, nel caso in cui si sviluppino le fiamme, quegli stessi terreni saranno dichiarati aree non edificabili per una durata di 10 anni.
Sia il sindaco Cavallaro che altri consiglieri comunali, recatisi, come ricordavamo lunedì sera sul luogo dell’incendio, forse sull’onda emotiva di ciò che sarebbe potuto accadere (la zona è ricca di cantieri per la costruzione di ville e a qualche centinaio di metri c’è anche una struttura che ospita numerosi anziani, oltre a numerose abitazioni private) hanno dichiarato che, appena riceveranno le relazioni da parte dei vigili del fuoco, provvederanno ad applicare le conseguenti sanzioni, che prevedono, fra l’altro, la immodificabilità di destinazione d’uso del terreno per 15 anni e la inedificabilità dello stesso per 10 anni.
Un provvedimento che, qualora venisse effettivamente preso, potrebbe servire da deterrente per tutti quei proprietari di fondi agricoli o di terreni incolti che ignorano le ordinanze dei sindaci.
(font: La Sicilia – Paolo Licciardello, 10 giugno 2009)