Un momento di confronto e verifica delle azioni messe in atto per assicurare una scuola di qualità e che preservi la qualità dell’offerta formativa e organizzativa delle scuole primarie e della secondaria inferiore negli ambiti locali, anche alla luce delle importanti azioni di riforma prodotte dalla legge Gelmini.
Questo il senso dell’iniziativa che si è svolta nell’aula consiliare di palazzo degli Elefanti promossa dall’Assessore alle Politiche Scolastiche, Sebastiano Arcidiacono, a cui hanno preso parte gli assessori alle politiche scolastiche dei comuni della provincia di Catania di Aci Bonaccorsi, Acicastello, Acicatena, Adrano, Belpasso, Calatabiano, Caltagirone, Castel di Iudica, Giarre, Grammichele, Gravina di Catania, Maletto, Maniace, Mascali, Militello Val di Catania, Mirabella Imbaccari, Misterbianco, Motta S. Anastasia, Nicolosi, Paternò, Raddusa, Ramacca, Randazzo, Riposto, S. Gregorio di Catania, S. Maria di Licodia, S. Venerina, S. A. li Battiati, S. Alfio, Scordia, Tremestieri Etneo, Valverde, Viagrande.
Nel suo intervento introduttivo l’assessore comunale di Catania Sebastiano Arcidiacono, ha spiegato che l’incontro vuole essere un ulteriore momento di riflessione sui problemi che la scuola siciliana è chiamata ad affrontare, anche alla luce della riforma Gelmini.
“Non s’intende criticare aprioristicamente la nuova normativa ma valutare l’impatto che essa avrà sul territorio siciliano, con un ruolo propositivo e non di protesta”, ha spiegato Arcidiacono.
I rappresentanti degli altri comuni, mostrando apprezzamento per l’iniziativa, hanno denunciato carenze strutturali ed inadeguatezza di risorse finanziarie, necessarie per assicurare pari opportunità ai bambini, sottolineando il gap tra scuole del sud e scuole del nord e la discrasia tra quello che si può fare e quello che si è tenuti a offrire come servizi.
Proprio per questo divario, la riforma Gelmini, da condividere per alcuni aspetti quali il voto in condotta o l’approfondimento dell’educazione civica -hanno detto numerosi amministratori intervenuti- penalizza la scuola meridionale e quella siciliana in particolare, producendo una serie di ricadute negative in termini di tagli alle risorse umane con conseguente limitazione della qualità della scuola.
La proposta approvata all’unanimità è stata quella di procedere compatti, al di là delle appartenenze politiche, formando una delegazione che si faccia portavoce, a livello regionale e nazionale, dei bisogni e delle esigenze della scuola dell’isola.
L’assessore Arcidiacono ha quindi illustrato i risultati di un’indagine conoscitiva effettuata sui comuni della provincia di Catania. Dai dati emerge chiaramente la realtà di sofferenza della scuola di base della provincia di Catania, spaccato di quella siciliana, su temi chiave, quali il tempo pieno, la refezione scolastica e l’edilizia scolastica.
“E’ necessario, -ha concluso l’assessore Sebastiano Arcidiacono- nel rispetto delle competenze dell’Uffico Scolatico provinciale e regionale e dell’autonomia delle istituzioni scolastiche, riunire gli Stati Generali della scuola augurandosi che il fronte comune costituito possa fare non un viaggio della speranza a Palermo, ma impegnarsi nell’elaborazione di un documento unico con proposte concrete che mettano al centro dell’agenda politica bipartisan la scuola quale bene di tutti”.
(font: Sicilia Today – 21 febbraio 2009)