Come ogni anno l’antica e rinomata pasticceria del Gran Caffè Urna, grazie alle “preziose” mani del maestro pasticciere Sebastiano Torrisi, che dai suoi predecessori ha ereditato l’antica arte ed i suoi numerosissimi segreti, realizza al centro della hall del bar un presepe particolarissimo dedicato a Viagrande ed alle sue tradizioni.
Diverse sono state negli anni le scene rappresentate, ma quest’anno il maestro Torrisi si è proprio superato, volendo rappresentare per intero il centro storico di piazza San Mauro così come era nei primi del ‘900.
Per rendere possibile questa meraviglia, è al lavoro da qualche settimana un nutrito numero di pasticcieri, che, sotto la guida del maestro stanno rifacendo e completando il presepe, davanti ai clienti che hanno potuto ammirarne via via la scultura e decorazione, effettuata rigorosamente sotto gli occhi di tutti, rimasti spesso sbalorditi nel vedergli utilizzare solo ed esclusivamente materiale commestibile di pasticceria.
Da venticinque anni al servizio del Gran Caffè Urna, e da più di quindici faro illuminante della medesima scuola di alta pasticceria, il maestro Torrisi ha saputo mantenere inalterate le antichissime tradizioni che hanno reso famoso il locale durante il secolo appena trascorso.
Inaugurato nel 1885 nella stessa sede che occupa ancora oggi, il Gran Caffè Urna nacque per volontà di Lorenzo Urna quando ritornato alla sua città natale dopo un lungo viaggio in Francia, chiese ed ottenne in sposa l’amata Caterina, giovane viagrandese, con la promessa di restare a Viagrande. Forte della sua esperienza gastronomica, maturata anche negli anni in cui fu cuoco al servizio del principe Manganelli, Lorenzo aprì il suo rustico locale pieno d’entusiasmo e ben presto riuscì a conquistare una clientela esclusiva, fatta delle famiglie più blasonate dell’epoca. I gelati dai gusti nuovi e ricercati, gli arancini o i deliziosi biscotti creati dalle esperte mani di Lorenzo o da quelle degli altrettanto abili figli, accrescevano di giorno in giorno la fama del Gran Caffè Urna, e le signore ed i rampolli di quel mondo ancora aristocratico vi si recavano sempre più di consueto in gran numero, in special modo nelle fresche serate estive. Il nuovo secolo consolidò la fortuna di Lorenzo Urna: egli godeva ormai della stima di tutte le famiglie più in vista, fu insignito del titolo di Cavaliere e nel 1928 inaugurò all’interno del suo locale anche una sala ristorante. Oggi il Gran Caffè Urna non è molto diverso da com’era a quei tempi. Delle due sale originali ne è stata ricavata una sola, mentre il salone adiacente al bar è rimasto pressochè intatto. Anche ai giorni nostri Urna rimane un punto di riferimento per i viagrandesi e per tutti coloro che vogliono gustare le specialità dell’antica tradizione gastronomica etnea, quali “siciliane“, i già nominati “arancini“, le “paste di mandorla” ed i famosissimi “schiumoni” accompagnati dai favolosi biscotti “pazientini“.
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Mario Macrì