VOCI D’AUTORE
Moni Ovadia
(Scrittore)
L’utopia non è morta come piacerebbe ai sacerdoti del privilegio. L’elezione di Barack Hussein Obama alla presidenza degli Stati Uniti, è il coronamento di una grande utopia, l’affermazione pratica e simbolica dell’uguaglianza di tutti gli uomini al di là di ogni differenza. Il nefasto pregiudizio che vorrebbe gli uomini ontologicamente diseguali si è sgretolato. Questo evento straordinario e commovente, dopo gli ultimi lustri di vergognoso strapotere dei superprivilegiati, si riverbererà sull’intero pianeta, riaccenderà le speranze e le aspirazioni delle moltitudini degli oppressi, dei diseredati, degli esclusi. Il processo non sarà nè immediato, nè lineare, il cammino sarà aspro, la lotta per un mondo giusto e libero sarà lunga e dura, con tutta probabilità vivremo periodi di regressione, ma il Rubicone è stato varcato com’è stato detto da più parti.
Il peccato originale della nascita degli Stati Uniti d’America, la promulgazione della Carta Costituzionale del 1776 che proclamava libertà e uguaglianza per tutti gli uomini mentre sanciva contestualmente il diritto alla schiavitù, è stato riscattato.
Se dunque è lecito e fertile sognare, anche noi possiamo tornare a credere che un’Italia diversa sia possibile, anche noi possiamo pensare l’utopia di un’Italia degna e giusta, paese democratico, non azienda di un padrone.
Possiamo anche noi sognare di essere governati da politici saggi e responsabili, non da cortigiani proni agli interessi di un solo potente.
Possiamo anche sognare – perchè è un nostro diritto – di avere un’opposizione che si comporti con fermezza come tale. Anche a noi è lecito sperare di vivere in una nazione in cui il figlio di extracomunitari, possa in futuro diventare il Presidente della Repubblica di tutti gli italiani.
Yes we can!
Riprendiamoci il sogno!
(font: l’Unità – Moni Ovadia, 08 novembre 2008)
Post Scriptum. Il clamore sulla “abbronzatura” del presidente eletto degli Stati Uniti ha indignato il premier italiano. Era una carineria – ha detto – e la stampa imbecille di tutto il mondo non l’ha capita.
Io penso che Berlusconi abbia ragione, il clamore è stato eccessivo. Dovrebbe esser chiaro a tutti che l’Italia ha deliberatamente scelto di affidare il governo nazionale ad un comico. E’ un comico un po’ invecchiato ma pur sempre di prim’ordine. Chi se ne stupisce e se ne indigna è male informato. Si tratta di un attore della premiata ditta del Bagaglino. Barack Obama che è intelligente l’ha capito e gli ha telefonato. Forse qualche risata se la sarà fatta anche lui.
(font: La Repubblica – Eugenio Scalfari, 09 novembre 2008)
(articoli inviati da Elio Castroflorio – segretario Pd Viagrande).