Viagrande: allagamenti nella zona di Viscalori dove sono sorte parecchie villette.
Il caso della “piscina di via Petrone”, nel borgo Viscalori, è esploso nella notte fra giovedì e venerdì. Già nel primo pomeriggio di giovedì un abitante di via Petrone aveva segnalato che, a seguito delle costruzioni realizzate nella zona, era sorta l’impossibilità a smaltire le acque piovane visto che i vigneti attigui, non esistono più perché soppiantati da decine e decine di villette.
Quando piove, nel tratto compreso fra via Sciascia ed il civico 70-70/A, si viene a creare un «laghetto artificiale» con evidenti difficoltà e rischi per la circolazione veicolare e per le abitazioni realizzate sotto il livello stradale.
Giovedì sera improvvisamente si è scatenato il nubifragio temuto su alcuni dei paesi dell’hinterland e in via Petrone la piscina naturale ha assunto una tale dimensione che gli abitanti della zona hanno lanciato l’allarme ai Vigili del fuoco, ai Carabinieri, alla Polizia municipale, all’Ufficio tecnico comunale e alla Protezione civile e intorno a mezzanotte in via Petrone c’è stato un sopralluogo.
«In effetti – ci ha riferito il comandante della polizia municipale, dott. Ernesto Pulvirenti – un pericolo immediato non lo abbiamo riscontrato ma la situazione andrebbe risolta».
Una domanda, a questo punto, sorge spontanea: chi ha permesso questo disastro ambientale? La Via Petrone (come lo dimostra la stessa denominazione) era un’antica strada-torrente di campagna, acciottolata, utilizzata per raggiungere con gli asini “le sciare” che i contadini di Viscalori curavano.
Dagli anni 50-60 in poi fu trasformata in una comoda stradina di collegamento con S. Giovanni la Punta e Trecastagni: le acque piovane, anche per la naturale conformazione del sito, defluivano nelle vigne o nelle sciare attigue alla stradina. Da qualche anno a questa parte, è stata consentita la realizzazione di numerose villette: ampliata la sede stradale, eliminati gli “sfoghi” naturali delle acque meteoriche, nella zona della “piscina” si è venuto a creare un punto in cui l’acqua che si accumula potrebbe travasare nelle abitazioni sottostanti. Ora gli abitanti sperano che l’allarme e il sopralluogo facciano scaturire finalmente interventi decisivi da parte delle autorità, le quali, ci risulta, si erano già mosse in questa direzione.
(font: La Sicilia – Paolo Licciardello, 25 ottobre 2008)