Il trattamento del tumore della mammella tra diagnosi precoci e interventi conservativi.
Il trattamento del tumore della mammella. Evoluzione dei trattamenti integrati. Questo l’argomento del corso di aggiornamento sul quale si è discusso all’Istituto Oncologico del Mediterraneo di Viagrande e che ha coinvolto rappresentanti dei più importanti centri nazionali.
Sono state passate in rassegna le metodiche di diagnosi precoce che rendono possibili interventi chirurgici sempre più conservativi ed esteticamente meno sgradevoli per la paziente e sono state anche prese in rassegna le nuove opzioni di chirurgia ricostruttiva della mammella che permettono di rimodellare la ghiandola mammaria nel rispetto dell’integrità estetica. Sempre in tema di diagnostica si è discusso del ruolo sempre più fondamentale della risonanza magnetica alla mammella che garantisce una migliore accuratezza diagnostica indispensabile nelle diagnosi più complesse.
È stato inoltre approfondito il ruolo del trattamento chemioterapico nelle diverse fasi della malattia, valutando i traguardi oggi raggiunti e dibattendo sulle nuove opzioni in grado di migliorare quanto fin qui ottenuto, rendendo il trattamento sempre più personalizzato. Nel corso della giornata – afferma il dott. Dario Giuffrida direttore del corso e direttore del dipartimento oncologico dell’Iom – sono stati infatti presentati i risultati degli ultimi studi di chemioterapia adiuvante che grazie all’impiego di nuovi trattamenti mirati ha ridotto il rischio di ripresa di malattia dopo intervento chirurgico. Ricordiamo che la chemioterapia adiuvante rappresenta l’uso della terapia dopo che il tumore primitivo è stato controllato dalla chirurgia. Viene, pertanto, eseguita in pazienti senza evidenza clinica di neoplasia, ma a rischio significativo di ricaduta in base alla valutazione di determinati parametri prognostici della malattia all’estensione locale della malattia ed alla presenza o meno di determinate caratteristiche morfologiche e biologiche.
La giornata si è conclusa con una sessione che ha affrontato le problematiche associate ai trattamenti chemioterapici in cui si è discusso sulla migliore gestione di tali complicanze con trattamenti preventivi e di supporto che assicurano sempre più sicurezza e migliore qualità di vita alle donne che effettuano un trattamento chemioterapico.
Molto interessante è stata la sessione riguardante l’utilizzo della radioterapia intraoperatoria. Una recente e importante innovazione terapeutica – afferma il dott. Mario Lipera, condirettore del corso e responsabile della chirurgia senologica Iom – che offre la possibilità di innumerevoli vantaggi alle donne operate: si completa in tre minuti al termine del trattamento chirurgico conservativo (rispetto alle sei settimane previste dalla metodica tradizionale); preserva cute, tessuti ed organi circostanti; a ciò si aggiunge un enorme vantaggio in termini economici, di tempo e di stress per le donne residenti in sedi distanti dai vari centri di radioterapia. La metodica prevede due modalità di esecuzione: dose unica esclusiva nelle donne al di sopra dei 48 anni, boost (dose ridotta) intraoperatorio e successiva radioterapia esterna per tre settimane in tutte le donne al di sotto dei 48 anni. Sono in corso numerosi studi internazionali per testare i risultati e gli eventuali effetti collaterali; i due studi già completati confermano la validità del metodo evidenziando, quali effetti collaterali, stati di fibrosi lieve-media intorno al 2-3%. La metodica Iort è attiva in poche strutture oncologiche nazionali e tra queste l’Istituto Oncologico del Mediterraneo di Viagrande – Catania.
(font: La Sicilia – A. T. , 22 ottobre 2008)