Avviata la tradizionale campagna promozionale contro l’abbandono dei cani in vista delle vacanze estive.
Come ogni anno, puntuale, avviata la campagna promozionale atta a contrastare l’odioso fenomeno dell’abbandono degli animali, dei cani in particolare.
Sui maggiori quotidiani comincia a comparire la buffa faccia di un Jack Russell che si chiede interdetto “Tu di che razza sei? Umana o disumana? Lasciami da un parente, lasciami da un amico, lasciami in una pensione, lasciami in un canile ma non lasciarmi per strada. Pensaci“. L’accorato appello si chiude con l’ammonimento “Abbandonare un animale è un reato penale“.
Mi chiedo. A chi è rivolto l’accattivante appello del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali che porta la firma del grande Oliviero Toscani?
Da amante degli animali, dei cani in particolare, so che il richiamo all’articolo del codice penale su di me non ha alcun effetto deterrente nel senso che non mi passa neppure per la mente l’idea di abbandonarli o di prolungare il mio prossimo viaggio (per la verità una “toccata e fuga”) in Scozia. Un week end di soli tre giorni per non far pagare ad altri (il mio insostituibile vicino di casa) la mia assoluta dedizione al mondo animale.
D’altra parte, mi chiedo: se non avessi un vicino devoto, un parente disponibile, non avessi i soldi per una pensione e non avessi “cuore” per lasciare i miei amici pelosi in un lager (pardon…canile!)…dovrei rinunciare alle mie sacrosante vacanze, laddove non mi fosse possibile andarci con loro?
Questo mi pare sia il punto. Nella bellissima pubblicità di Toscani mi sembra che, al di là del valore puramente estetico, ci sia ben poco di cio’ che dovrebbe contribuire alla causa dei nostri amici. Solo un moto di tenerezza che, da che mondo è mondo, gli occhi di un cane trasmettono. Comunque! Ma finisce tutto lì, forse? Cosa fa il suddetto Ministero, concretamente, per agevolare l’inserimento di un animale in seno ad una famiglia? I soldi spesi per la suddetta pubblicità, presumo tanti, dal momento che porta la firma di uno dei più illuminati fotografi internazionali (ricordate le bellissime immagini Benetton che tanto hanno fatto discutere? Una per tutte: Giusy, la bambina fotografata ancora legata al cordone ombelicale, icona dell’inno alla vita??!!), potevano essere spesi per creare strutture idonee di accoglienza, promuovere campagne di sterilizzazione e quant’altro. Ma qui il discorso si farebbe troppo lungo e, se non affrontato correttamente, potrebbe far scadere nella demagogia.
Ed allora cosa fare?
Al di là dei problemi pratici per la soluzione dei quali ci sono, o ci dovrebbero essere, organi preposti, mi rivolgo a coloro che amano gli animali affinchè testimonino cosa significa, in termini di esperienza emotiva, essere compagno di un cane, per esempio. A tal proposito, consiglio a chi avrà avuto la bontà di leggere queste mie considerazioni, la lettura di un bellissimo libro da qualche tempo disponibile in libreria: “La porta di Merle” Lezioni da un cane libero pensatore del newyorkese Ted Kerasote. Una storia d’amore “vera” che fa toccare con mano come il rapporto tra un uomo ed il proprio cane possa andare oltre i limiti imposti dalla natura. Un rapporto unico che insegna ad entrambi, ed in particolare a Ted, a lasciare aperta la porta verso le proprie emozioni, permettendo agli altri di entrare ed uscire liberamente. Lo consiglio a chi non è nuovo a questo tipo di esperienze, ci troverà sicuramente pezzi della propria vita, ma anche a tutti coloro che, per paura di condizionamenti o per scettiscismo, ritengono che gli animali siano belli ma… solo quando appartengono agli altri. A Loro consiglio di non perdersi un’esperienza di vita che potrebbe rivelarsi davvero unica. D’altra parte, riprendo un antico mito che racconta di un uomo ed un cane, rei di non so quale colpa e pertanto puniti dagli dei, costretti a rincorrersi nella notte dei tempi… senza sosta. Proviamo a ritrovarci! E’ scritto nel libro della vita! Solo così nessuno dovrà mai più ricordarci che “abbandonare un cane è reato”… aggiungo, soprattutto contro noi stessi!
Silvia Ventimiglia