Riporto un pezzo che ho trovato in rete (sito dell’Ansa)
Il dato sulla produzione industriale di maggio “è molto brutto”. Così il Presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, a margine dell’assemblea annuale dell’Authority per l’energia, ha risposto a chi gli chiedeva un commento ai dati diffusi oggi dall’Istat che hanno evidenziato un calo del 6,6% annuo, e dell’1,4% mese.
“Da tempo – ha detto Marcegaglia – sottolineiamo che l’economia sta andando male, bisogna fare attenzione perché siamo in una fase di peggioramento della congiuntura quindi la nostra preoccupazione è massima”.
Come si fa ad avere fiducia nel futuro se oggi tutto è in allarmismo? Tutti se ne fregano, la gente un giorno dice una cosa il giorno dopo la smentisce. Non esiste più la solidarietà.
Il riposo, oggi si chiama relax. Viene quantificato economicamente. Slogan mercificano il tuo riposo come se tu dovessi comprare non il letto o il divano ma proprio il concetto di startene alla “4 di spade” (”Come puoi riposare meglio”, o “gestisci il tuo relax” ecc.), senza parlare del tempo libero che sta subendo una mercificazione senza precedenti e in maniera globale.
Non voglio essere retorico, ma se anche io che di carattere non ho voglia di correre vengo rincorso da queste ondate di frenesia assurda, senza motivazioni reali, da “tanto per fare”, è assurdo che persino l’economia possa riprendersi. In un mondo frenetico in cui non si ha più nulla di certo, come può riprendere l’economia?
Ma non lo vediamo tutti i giorni? C’era proprio il bisogno che un magnate dell’industria se ne accorgesse per tutti? Siamo sicuri inoltre che dobbiamo consumare di più per vivere meglio o dobbiamo essere più consapevoli di ciò che facciamo? Voglio dire, se l’economia sta passando un momento di crisi forte e congiunturale, siamo proprio sicuri che la soluzione implicita sia quella di favorire l’aumento dei consumi a tutti i costi? O dobbiamo ricominciare a pensare che forse sia proprio nel ritorno al risparmio sull’inutile la via da seguire?
… io penso che il cammino di rieducazione non sia facile, ma credo anche che sia già iniziato un processo del genere più o meno forzato (per costrizione o consapevolezza) e che, in fondo, la strada della competizione sia da abbandonare perchè sta regalando soldi ed utili solo ai furbi e non contribuisce affatto alla meritocrazia. Dovremmo iniziare a dare spazio reale e concreto alla creatività non al consumo. Pensandoci bene, la differenza fra noi e le bestie non è che noi consumiamo e loro no, ma noi umani creiamo, abbiamo fantasia e siamo gli unici a possedere questi doni. Utilizziamoli per salvarci no ?
(font: Blog – Marco Costarelli, 11 luglio 2008)